Super cibi per la mente - In viaggio verso un sogno

Quando penso a come sarebbe meraviglioso poter restare in buona salute, mentalmente e fisicamente validi fino a tarda età, come medico provo un senso di frustrazione ma soprattutto di dolore e rabbia. Se ciò fosse realizzabile in poco tempo e per tutti, sarebbe un sogno. Ma a volte i sogni si avverano, giusto?

Ho passato la mia vita, professionale e personale, a contatto con persone ammalate, e non posso non chiedermi come sarebbe stata la loro vita se avessero avuto la possibilità di scegliere. Con informazioni corrette, molti di loro avrebbero probabilmente analizzato con occhio critico le proprie abitudini, e alcuni avrebbero sicuramente deciso di cambiarle, in un qualche punto del loro tragico cammino verso la distruzione fisica e mentale.

Anche chi crede sia troppo tardi, che non abbia più senso fare nulla, deve sapere che nel caso di molte malattie, come le malattie cardiovascolari, il diabete e l'obesità, non è così. La ricerca ha ormai dimostrato che semplici abitudini dello stile di vita sono in grado non solo di prevenire, ma anche di arrestare e spesso invertire il decorso di queste malattie. L'efficacia non ha paura del confronto con i farmaci e la chirurgia. I pazienti stanno meglio in poche settimane e possono ridurre, a volte persino eliminare, alcuni farmaci.

La demenza invece può essere solo prevenuta: quando si è appropriata del nostro cervello, non esiste al momento nulla in grado di farlo ritornare normale. Perciò questo saggio non sarà utile per i pazienti già chiaramente dementi. Per loro purtroppo, davvero è tardi per poter fare qualunque cosa, possiamo solo accompagnarli nella malattia, perché lasciati a loro stessi non sarebbero in grado di sopravvivere.

Questo saggio potrà invece essere di grande utilità per quelle persone che incominciano ad avere qualche piccolo problema di memoria, e che vogliono provare a frenare la progressione di questi sintomi verso una possibile demenza.

Il programma in 3 passi proposto dal dr. Barnard potrebbe davvero fare la differenza. Ma è soprattutto ai familiari dei pazienti con demenza che questo libro è rivolto. Perché possono cercare di arrestare lo sviluppo di quelle alterazioni che lentamente, inesorabilmente, accumulandosi all'interno del cervello ne compromettono il funzionamento, causando la demenza. Anche se non sanno che esiste in questa malattia una predisposizione genetica, molti figli di persone con demenza sono angosciati all'idea che essa possa impossessarsi del loro cervello, rendendoli incapaci di provare affetto, gioia, emozioni, e facendoli diventare come il loro caro. In tanti chiedono se sono a rischio, avendo un familiare colpito, e purtroppo la risposta per loro è affermativa.

Ma leggendo questo saggio, queste persone potranno scoprire che i geni coinvolti nella demenza contano fino a un certo punto. Possono essere tenuti «dormienti come semi secchi che non vengano annaffiati»: se nessuno li bagna, non germoglieranno mai, e il rovo della demenza non potrà mai crescere dentro il loro cervello.
Come?

IL PROGRAMMA IN 3 PASSI
Il dr. Barnard è famoso per aver scoperto, con il suo gruppo di ricerca, che una dieta composta da cereali, legumi, frutta e verdura, poca frutta secca, e senza l'aggiunta di grassi da condimento è in grado di curare le persone affette da diabete e da sovrappeso, e di ridurre il loro rischio cardiovascolare grazie al crollo dei valori di pressione arteriosa e di colesterolo.

I risultati delle sue ricerche hanno trovato applicazione in molti ambiti, e sono stati recentemente acquisiti anche in Italia, dove l'azienda sanitaria milanese ha redatto un documento per la diagnosi e il trattamento del diabete, che include questo tipo di dieta nelle indicazioni ai medici che seguono questi pazienti. Ora il dr. Barnard ha raccolto in questo saggio i risultati delle ricerche sulla demenza condotti in tutto il mondo da vari gruppi di ricercatori, e con un linguaggio molto semplice li presenta al lettore. Solo infatti grazie alla conoscenza di un problema e dei suoi rimedi può nascere la volontà di agire. Solo la motivazione responsabile e ragionata ha il potere di far modificare stabilmente le abitudini di vita di una persona.

Come fare allora? È semplice.

Primo, bisogna eliminare dalla dieta quelle sostanze che possono far germogliare i geni cattivi e attaccare direttamente il cervello, si tratta di alcuni metalli e dei grassi saturi. Ma non basta: il nostro cervello è esposto ad aggressioni di tutti i tipi, e dobbiamo salvaguardarlo da questi attacchi esterni con uno scudo fatto di vitamine, ad effetto antiossidante e protettivo per le strutture nervose.

In più, non in alternativa, come secondo passo bisogna mantenere in esercizio non solo la mente, ma anche il corpo. L'attività mentale e fisica è in grado infatti di proteggere le cellule nervose e mantenere funzionanti le loro connessioni.

Terzo, bisogna fare molta attenzione ad alcuni fattori che possono danneggiare il cervello: alcuni farmaci utilizzati comunemente e alcune condizioni cliniche.

SILENZIO COLPEVOLE, SPERANZA CONCRETA
È ormai assodato che l'attività fisica faccia bene al corpo e alla mente. Tra i vari interventi sociosanitari a favore degli anziani, che vengono ormai organizzati in molte città, la camminata di gruppo, i corsi di ginnastica e altri tipi di esercizio fisico vengono proposti per mantenere attive, mentalmente e fisicamente, le persone anziane.

Anche l'esercizio mentale viene accettato come rimedio per mantenere il cervello ben funzionante, ed esistono svariate iniziative, dai giochi più comuni come le carte e la dama, ad attività mentali più strutturate e progettate proprio per rinforzare le connessioni tra le cellule nervose, che permettono di mantenere allenate l'attenzione, la memoria e la capacità di trovare delle strategie per utilizzare al meglio le funzioni mentali.

Nessuno però ci aveva mai detto prima quanto sia importante quello che mangiamo tutti i giorni per mantenersi mentalmente sani. A prima vista potrebbe sembrare un'esagerazione, e il più benevolo degli oppositori potrebbe semplicemente obiettare che non ci sono sufficienti prove a sostegno di queste affermazioni. Ma cosa vuol dire «sufficienti prove»?

La certezza del 100 percento e il rischio uguale a zero in biologia non esistono. E non è nemmeno pensabile riuscire a riprodurre in laboratorio, sull'uomo, l'effetto delle abitudini di una vita per poi poter dire che «probabilmente» qualcosa funziona, oppure non funziona. Non possiamo concederci il lusso di aspettare, abbiamo solo una vita per noi. E non possiamo permettere che la nostra mente venga letteralmente erosa mentre noi, impotenti e immobili, attendiamo certezze.

L'approccio deve essere più pragmatico. Non ideologico, ma basato sul buon senso e sul principio di precauzione. Sappiamo già che la dieta ha un effetto potente su alcune malattie, lo abbiamo appena ricordato poco fa. Sappiamo, per esempio, che sul cuore e sui vasi, l'adozione di una dieta a base vegetale e con pochissimi grassi è in grado di ripulire le arterie dalle placche e di migliorare l'apporto di sangue al cuore.

Perché non dovrebbe essere lo stesso per il cervello? Perché dovrebbe rispondere diversamente a qualcosa che fa sicuramente bene (o male) al cuore? Non condividono infatti, questi due nostri padroni, tutto quello che accade nel nostro corpo?

Certo, il cervello è un organo estremamente più raffinato del cuore. Quindi è vero, serve qualcosa in più rispetto a quello che mantiene il cuore in buone condizioni, cioè l'attività mentale, ed evitare quelle situazioni che lo danneggiano o lo mandano il tilt: alcuni metalli, alcuni farmaci, alcune condizioni cliniche.

Rispetto a quel che dovremo fare per mantenere il cuore in salute, dobbiamo fare di più: ma non possiamo trascurare la base dell'intervento, cioè alimentare il nostro cuore e il nostro cervello con cibi vegetali sani: i super cibi per la mente!!!

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