Alessio Roberti, sociologo specializzato in comunicazione, ha fatto delle parole una missione, quella, cioè, di insegnare a utilizzare il linguaggio in modo consapevole ed efficace, per capire e farci capire da chi ci ascolta. Come padre, poi, ha scritto un manuale che si propone di formare i genitori a diventare linguisticamente intelligenti con i loro figli, attraverso l'esposizione – chiara, diretta e semplice – di esperienze comuni a molti di loro.
Le parole per crescere tuo figlio, nell'intento di illustrare alcuni percorsi affettivi ed educativi del rapporto quotidiano tra genitori e figli, indaga tutti i canali della prassi comunicativa – verbale, non verbale e paraverbale – a dimostrazione del fatto che non solo sulle parole, ma anche sul sorriso, sulla postura, sullo sguardo, sui gesti, sul tono della voce si deve e si può lavorare per la riuscita di un'educazione sentimentale consapevole e radicante.
Il libro, mentre suggerisce, una dopo l'altra, preziose regole linguistiche per comunicare al meglio con i bambini, invita i genitori a sperimentarle da subito, attraverso alcuni esercizi pratici. Così, laddove, di fronte ai giudizi negativi degli altri, sproniamo nostro figlio a chiedersi: E tu cosa ne pensi? Tu come la vedi? Sei d'accordo con loro?, e laddove, ormai adolescente, gli domandiamo: A che ora sei tornato ieri sera?, ma lo facciamo, però, con il tono neutro della voce, la postura distesa e lo sguardo vigile; prima, sotto la guida attenta e competente dell'autore, impariamo che è importante quello che diciamo – a noi stessi e ai nostri figli – e, poi, che fa la differenza anche come lo diciamo.
Le parole per crescere tuo figlio vuole essere un utile e agile prontuario anche per gli insegnanti, gli educatori, gli animatori, gli adulti in genere che sono in contatto con l'infanzia, la preadolescenza e l'adolescenza di tanti bambini e ragazzi, spesso, però, senza avere gli strumenti, le competenze e le alleanze necessari per ascoltarli, aiutarli ed educarli.
Ha ragione lo psicoanalista Massimo Recalcati quando dice che Freud ha dato ai genitori una cattiva notizia – quella, cioè, che il mestiere del genitore è un mestiere impossibile. C'è anche una notizia buona, però, precisa Recalcati: “I genitori migliori sono consapevoli di questa impossibilità” e, aggiungo io, da essa partono per formarsi e informarsi, per poter sostenere, con amorevole competenza, il ruolo che essi esercitano, a partire dalle parole che usano con i propri figli.
Professoressa Maria Rita Parsi - Psicologa e Psicoterapeuta
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Scritto da Vincenzo il 12/07/2020