L'argomento è di estremo interesse, perché oggi il tema delle Vaccinazioni di Massa è molto dibattuto e la stessa letteratura scientifica è nettamente divisa tra coloro che difendono questa pratica preventiva e coloro che la criticano fortemente considerandola addirittura fonte di molte patologie pediatriche cronico-degenerative di tipo invalidante.
In realtà, l'argomento vaccinale è estremamente complesso e non può essere affrontato considerandolo in modo isolato, perché, come la lettura di queste pagine illustrerà in modo evidente, il danno vaccinale si inserisce in un contesto estremamente ampio di Epigenetica, di Epidemiologia delle Malattie Infettive, di Psico-Neuro-Immunologia, di Biochimica, di Medicina Funzionale, di Medicina Nutrizionale, di Igiene di Vita Personale e Familiare, di Tossicologia Ambientale nel senso più ampio del termine (intendendo l'inquinamento di aria, acqua, suolo, cibo e anche quello elettromagnetico), di Medicina Naturale, di Neuro-Psichiatria, di Psicologia e di un'attenta analisi di un'enorme e altamente soggettiva quantità di eventi stressanti che oggi sappiamo incidere fortemente su tutti gli equilibri omeostatici della persona.
In pratica, se escludiamo tutti i discorsi e i lavori scientifici spiccatamente pubblicitari, finanziati dall'Industria Farmaceutica con lo scopo di creare un bisogno farmaceutico in modo da potersi garantire la vendita in grande scala dei suoi prodotti, l'opinione oggi prevalente in campo vaccinale può essere riassunta nei punti seguenti:
- i vaccini sono farmaci e come tali hanno intrinsecamente delle indicazioni, delle non indicazioni, delle controindicazioni e anche degli effetti indesiderati: non esiste un farmaco privo di effetti indesiderati, anche un vaccino parenterale è soggetto a questa legge;
- i vaccini, come qualsiasi farmaco che non può non alterare gli equilibri fisiologici della persona proprio perché è estraneo ad essa o entra in modo non fisiologico in essa, causano sempre uno squilibrio dell'organismo; sta all'abilità del medico sapere quando è il caso di somministrare un vaccino e quando invece è il caso di non farlo, quando somministrare un vaccino singolo o uno multiplo, quando rispettare le tabelle temporali dei richiami vaccinali e quando invece adattare ogni intervento in base alle caratteristiche della persona;
- qualsiasi persona che oggi vive in un Paese industrializzato come il nostro è sottoposta ad un carico tossicologico senza precedenti che altera inesorabilmente e in tutti, senza alcuna esclusione, ma in modo personale in base alle caratteristiche genetiche e alla storia biopatografica dell'individuo, i delicatissimi equilibri fisiologici interni ed è quindi ovvio che, quando ci si trova in una situazione di instabilità, talvolta è sufficiente un ulteriore stimolo patogeno, anche modesto in taluni casi, per scatenare l'evento patologico;
- i bambini, tanto più sono piccoli e tanto più si trovano in condizioni di debolezza e/o di squilibrio immunitario, acuto o cronico (per svariati motivi: personali di predisposizione genetica o acquisita, o motivi materni, o familiari, o sociali), tanto più sono ad elevato rischio di presentare danni vaccinali;
- i danni vaccinali sono estremamente personali e, se non si colgono le peculiari caratteristiche soggettive del vaccinando, non sono prevedibili e possono coinvolgere qualsiasi organo inducendo la patologia nel distretto in cui l'organismo è più debole;
- ', perché dipende anche sotto questo aspetto dalla capacità di compensazione o di adattamento dell'organismo vaccinato; quindi, è possibile avere la morte della persona un'ora dopo la vaccinazione (come è stato riportato in letteratura) ed è anche possibile non evidenziare alcun effetto dopo la somministrazione, anche se ciò non esclude che il vaccino abbia svolto un effetto patogeno (come accade nel caso l'individuo abbia un buon equilibrio immunitario e una buona capacità di compensazione dello squilibrio immunitario vaccinale per le sue personali proprietà genetiche, enzimatiche e nutrizionali); la vaccinazione però crea sempre un'alterazione dello stato preesistente che non sempre è reversibile, specie a breve-medio termine, e se a questa si dovessero aggiungere in seguito fattori squilibranti di altro tipo o delle condizioni di vita che stressano ulteriormente le capacità di adattamento dell'organismo, è possibile l'iniziazione di una patologia anche grave verso la quale la precedente vaccinazione si è comportata, insieme sicuramente ad altre condizioni non sempre prevedibili e riconoscibili, come fattore concausale;
- esistono sicuramente delle condizioni che favoriscono fortemente il danno vaccinale; esse si dividono in condizioni non modificabili (caratteristiche psico-fisiche dei genitori e dell'ambiente di vita, caratteristiche genetiche, pregressi interventi chirurgici o patologie acquisite, ecc.) e in condizioni modificabili (tipo di nutrizione, igiene di vita personale e familiare, correzione del grado di intossicazione causato da alimenti e/o droghe voluttuarie, ecc.);
- non esiste alcuna indicazione medica (a parte particolarissime ed eccezionali condizioni di emergenza sociale) che giustifichi un intervento farmacologico uniforme e indiscriminato di massa, perché ogni individuo è un mondo a sé e richiede sempre e solamente un intervento sanitario personalizzato, specie quando quest'ultimo coinvolge l'uso di farmaci e cioè utilizza sostanze e/o vie di somministrazione non fisiologiche e non naturali.
Alla luce di queste brevi e sommarie considerazioni, non si può non condividere quanto gli Autori delle relazioni contenute in questo libro hanno esplicitamente o talvolta implicitamente espresso e cioè che un trattamento farmacologico va sempre personalizzato, specie quando viene proposto ad un neonato immunologicamente immaturo e teoricamente sano che ha la massima aspettativa di vita. Pertanto, è logico concludere che le Vaccinazioni di Massa non dovrebbero far parte di un trattamento consigliabile e meno ancora praticabile in un Paese civile e moderno come il nostro.
Per raggiungere questo traguardo abbiamo ancora bisogno del prezioso lavoro delle Associazioni che si battono per la Libertà Vaccinale, prerogativa tra l'altro di tutti gli altri Paesi Europei, ma noi medici abbiamo anche bisogno del preziosissimo lavoro di tutti quei genitori e in particolare di quelle meravigliose e coraggiose mamme di bambini danneggiati dai vaccini che con la loro testimonianza hanno fatto aprire gli occhi a noi medici che abbiamo creduto alle loro parole.
Auspichiamo allora che la Medicina Preventiva di un Futuro a noi molto prossimo sia una Medicina strettamente personalizzata e quindi priva di Vaccinazioni di Massa e che il Medico del Futuro diventi sempre più un Medico umile e coscienzioso, ricco di scienza e di sapienza, capace di ascoltare e di capire, capace di consolare e di istruire e capace di curare e di prevenire le malattie del suo paziente così come farebbe con se stesso.
Dr. Roberto Gava
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020