Educare con le fiabe - Introduzione

Il libro che vi accingete a leggere riassume un'esperienza di studio e di lavoro con bambini di età prescolare e di scuola primaria, e prende spunto anche da una sperimentazione svolta con adulti sull'uso dei linguaggi fantastici o analogici per comprendere il proprio modo interiore, per comunicare emozioni e per sviluppare la propria creatività.
In questo volume ci siamo occupati della favola come linguaggio espressivo utile a far crescere i bambini e potenziarne la capacità di parlare dei propri vissuti interiori. Dal punto di vista strettamente tecnico al suo interno troverete materiale che attinge alla tradizione della fiaba, con i suoi mondi immaginari, le sue molteplici vicende e i personaggi in cui si fondono magia, conflitto, meraviglia e passione.
L'uso poco discriminato del termine “favola” o “fiaba” risponde più a una volgarizzazione lessicale, dove la parola “volgarizzazione” non vuole assumere un tono denigratorio quanto il prendere atto che ormai nell'uso comune “favola” e “fiaba” si equivalgono. Essendo il nostro lavoro indirizzato a un pubblico di genitori e di insegnanti ci è sembrato giusto mantenere questa ambiguità, per indicare, con ognuno dei due termini, “qualsiasi narrazione fantastica”. È proprio questa definizione che ci piace cogliere e rispettare, perché è proprio l'immaginario, il fantastico, l'elemento chiave che utilizzeremo per ascoltare il mondo interiore dei bambini e per insegnare loro a raccontarsi.
Il lettore che affronta questo libro deve predisporsi a riscoprire frammenti della propria infanzia, forse un po' sopiti ma sempre pronti a essere rianimati attraverso l'attenzione che sarà data al linguaggio dell'immaginazione. Nel rileggere favole antiche ma sempre attuali egli potrà cullare anzitutto se stesso, rivivendo vicende e avventure che sono ancora capaci di emozionare. Il genitore o l'insegnante che vuole utilizzare lo strumento della favola deve anzitutto ricostruire questo collegamento con la propria infanzia.
Negli anni ho condotto diversi gruppi di formazione in cui il lavoro con le fiabe è stato di grande utilità per gli educatori. Attraverso la narrazione sono affiorate emozioni intense, vissuti antichi e recenti molto coinvolgenti, consapevolezze nuove, riflessioni sul proprio modo di essere e sul proprio stile relazionale. La fiaba può far crescere anzitutto gli adulti che si avvicinano ad esse.
Consiglio vivamente di godere a pieno della letteratura favolistica che possediamo: è fondamentale il lavoro di Italo Calvino che assembla la tradizione italiana del racconto fiabesco, ma anche le classiche raccolte di Perrault e dei fratelli Grimm. Rileggere le fiabe in età adulta è un'esperienza letteraria di grande importanza che può farci scoprire l'intrinseca saggezza di messaggi che durante l'infanzia abbiamo assimilato in maniera più immediata e spontanea. Tutto ciò sarà la base per poter organizzare il nostro lavoro di educatori e di fabulatori. Il resto verrà da sé!
Il primo importante effetto terapeutico della lettura di fiabe è dato dal fatto che passiamo del tempo con i bambini utilizzando un “loro” canale comunicativo, l'immaginazione, nonché il fatto che trascorriamo del tempo a loro dedicato. Utilizzate quindi la fiaba anzitutto per “stare” con il bambino o con i bambini. Per quanto il metodo e la tecnica siano utili è fondamentale che essi siano solo strumenti per facilitare la relazione e non diventino crucci che imbrigliano in un “dover far bene” a ogni costo. Sarà di grande aiuto l'esperienza accumulata nel tempo, che trasformerà quelli che all'inizio sono metodi e tecniche in un fluire comunicativo spontaneo.
Concedetevi quindi un tempo di apprendimento lento e lungo, senza fretta. Un tempo in cui potete osservare voi stessi e il bambino o i bambini che seguite. Sarà un tempo di crescita umana dal quale uscirete più capaci di osservare, sia voi stessi che i vostri piccoli, di capire e di agire. È questo l'augurio con cui vi consegno queste pagine di riflessioni sul prezioso lavoro che si può svolgere con lo strumento fiaba.
Istruzioni per l'uso
Alcune indicazioni possono essere utili per coloro che devono vincere la paura di cimentarsi nella lettura della fiaba e nel suo utilizzo come strumento di crescita per i bambini. Sono piccoli consigli che possono guidare i principianti e convincerli circa le loro potenzialità di educatori appassionati e capaci. In genere si tende a contrapporre metodo a spontaneità e questo fa sì che alcuni educatori, specie se genitori, non riescano a pensare se stessi come possibili “esperti” di didattica o di relazione. Intendiamo qui smentire questo falso mito e convincervi che possedere alcuni criteri guida ci trasforma in educatori efficaci e appassionati.
Leggere la fiaba
Il capitolo sulla voce vi fornisce indicazioni su come leggere una fiaba. Affinate la vostra competenza alla lettura. Una buona lettura ha lo scopo di creare un'atmosfera magica, uno spazio sospeso entro il quale si svolge l'evento narrativo. Non siate sorpresi di scoprirvi imbarazzati nell'affrontare un testo fiabesco ad alta voce e con il compito di aggiungervi la mimica del viso e del corpo. Le inibizioni accumulate in anni di vita adulta faranno sentire tutto il loro peso, ma il faccino rapito dei vostri figli o dei vostri alunni vi convincerà della bontà di andare oltre. Superati i primi momenti di paura, potrete scoprire quanto il vostro corpo si immerge nel racconto e inizia a viverlo in modo sempre più spontaneo. L'insistenza e l'esercizio faranno di voi lettori attivi e coinvolgenti, degni di portare in scena vicende meravigliose e affascinanti. Man mano che sarete più sciolti scoprirete che la fiaba racconta qualcosa anzitutto a voi, provocando risonanze emotive e piacevoli sensazioni. Questo materiale emotivo sarà la base per creare una piattaforma comunicativa con il bambino, per avvicinarsi al suo mondo leggendolo con gli occhi di un adulto che torna nei territori dell'infanzia.
Coinvolgere il bambino nella narrazione
Man mano che il bambino familiarizza con la fiaba sarà vostro compito appassionarlo sempre più. I capitoli successivi vi spiegheranno come direzionare il coinvolgimento in una dimensione cognitiva, emotiva, relazionale o corporea. Per ciascuna di esse troverete indicazioni metodologiche per poter perfezionare il modo di coinvolgere il bambino, ma sarà importante costruire un proprio personale stile di relazione, utilizzando i linguaggi che più ci aggradano e più ci rappresentano, non disdegnando di frequentare quelli che magari sono più difficili e meno conosciuti. L'effetto positivo di questo sforzo sarà quello di divertire e rendere partecipe i bambini della vicenda che state loro proponendo.
Osservare il bambino
Il capitolo sulle emozioni vi spiega l'importanza degli affetti nella vita personale e di relazione. Osservare le reazioni emotive e i comportamenti del bambino rende possibile una sua conoscenza più approfondita. Osserverete quali parti del brano lo hanno affascinato ma anche i punti che lo hanno spaventato, irritato o deluso. Ognuna di queste reazioni è importante e preziosa per sviluppare un progetto di dialogo, di conoscenza e di evoluzione del vostro piccolo ascoltatore. Sarà vostra cura annotare tali reazioni e farne oggetto di riflessione. La griglia fornita nel testo sarà molto utile per orientarvi nella lettura del mondo emozionale del bambino. Potrete osservare se egli risuona in modo particolare a un certo tema (la morte, la fuga, l'inganno ecc.) o a un personaggio (orco, fata, eroe ecc.) o a un'ambientazione o altro ancora. Fate tesoro di questa griglia perché vi permette di scegliere gli elementi che meritano di essere approfonditi. Grazie alle vostre osservazioni e deduzioni potrete individuare i passaggi del racconto fiabesco che vanno ripetuti, riproposti e approfonditi.
Non fatevi prendere dall'ansia di “scegliere l'elemento giusto”: non state facendo un esercizio di psicologia del profondo né, tanto meno, il “punto giusto” esiste davvero. Se scegliete un punto troppo intenso per il bambino o troppo poco coinvolgente egli ve lo saprà dire attraverso il suo linguaggio del corpo. Basterà cambiare registro. Il vostro lavoro educativo deve essere un dialogo e come in ogni dialogo ci si può capire e non capire, correggersi e andare oltre. Se vi fate prendere dall'ansia di “far bene” avrete paura di scegliere questo o quel passo e vi paralizzerete. Non fatelo! Il bambino vuole stare con voi e con le vostre proposte, non vuole che indoviniate ogni aspetto del suo essere. Una vita intera vi aspetta per continuare a scoprirsi e volersi bene.
Proporre parti della fiaba
Proporre un approfondimento di qualche parte della fiaba è una scelta educativa. Significa che avete notato qualcosa nel vostro interlocutore, o nei vostri interlocutori, che vale la pena di riproporre e approfondire. Non sottraetevi a questo compito: è il momento in cui esercitate al meglio il vostro compito di educatori. È il momento in cui il bambino viene spinto a esplorare se stesso, a raccontarsi, scoprire nuove virtù o nuovi limiti. Voi siete coloro che maieuticamente fanno emergere i vissuti profondi che lo riguardano. Siete coloro che, attraverso progetti di lavoro insieme, hanno qualcosa da dire sui valori, sulla vita, sul mondo. Nelle vostre proposte educative non c'è solo il bambino ma ci siete anche voi con i vostri vissuti, e questo è un grande regalo per i vostri bambini.
Verbalizzare, focalizzare, puntualizzare
È molto importante che il bambino costruisca, con il vostro aiuto, un significato di tutto ciò che accade durante il lavoro con le fiabe. Lo potrete aiutare facendo domande che stimolano la sua riflessione, descrivendo le emozioni che vedete sorgere in lui, focalizzando comportamenti o azioni che vi hanno colpito e che ritenete significativi. In questo modo il bambino apprende e diventa consapevole della propria esperienza. Senza questo passaggio si rischia di vanificare tutto ciò che abbiamo fatto in precedenza.
Sentimenti forti, paure, dolori
Il lavoro con le fiabe, stimolando l'immaginario, può attivare reazioni intense e potenti. Il bambino potrà, magari inaspettatamente, reagire con emozioni forti a parti del racconto o a proposte di lavoro. Tali reazioni sono espressione di vissuti profondi, e non è affatto negativo che vengano a galla. È un modo di raccontarsi che testimonia l'intensità dei sentimenti coinvolti. Il vostro compito è quello di rassicurare, consolare e confortare, spiegando al piccolo che può accadere anche di confrontarsi con un sentimento intenso, e che tutto questo fa parte della crescita naturale di ognuno di noi. L'importante è che voi ci crediate davvero.
Un bambino che soffre ha bisogno di uno spazio narrativo ed è certamente più traumatico non trovare un luogo per i propri vissuti piuttosto che poterli esprimere, magari in malo modo, a un adulto. Dopo aver ritrovato la calma sarà possibile procedere più cautamente, a piccoli passi, verso quell'argomento o quel frammento di fiaba o quel personaggio che tanto hanno destato sconvolgimento. Sarebbe sbagliato, infatti, seppellire l'accaduto come se nulla fosse. Solo di fronte a un ulteriore e insormontabile irrigidimento del bambino si deciderà di soprassedere annotando nella nostra mente l'area problematica che è emersa e non mancando di studiare altri modi per poterla affrontare, magari in momenti successivi.
Costruzione di racconti, narrazioni creative e altro
È importante che il bambino si racconti. Lavorare sulle alterazioni narrative della fiaba, descritte più avanti nel libro, o sulla grammatica della fantasia, così come indicato da Gianni Rodari, è fondamentale per la crescita del bambino, per lo sviluppo di una sua capacità di esprimere i vissuti profondi e per l'identità personale. Troppo poco spazio è dedicato, nei nostri tempi, alla narrazione di sé, al racconto che vede l'esperienza personale in primo piano, valorizzando in tal modo l'interiorità di ciascuno. Giocate spesso utilizzando la fantasia, non disdegnando di accogliere con curiosità le stranezze narrative che il vostro interlocutore vorrà comunicarvi.
Disegno, diario, album
Raccogliete le produzioni artistiche e narrative del bambino o dei bambini in album, cartelline o diari che avrete avuto cura di costruire personalmente insieme a lui. Per voi sarà molto bello rileggere le evoluzioni che il bambino ha avuto nell'arco della sua crescita e sarà uno splendido materiale per la memoria personale, per i ricordi di un domani, per chiunque vorrà accostarsi al mondo infantile delle persone che avete cresciuto.
Prendersi cura di sé
Il lavoro con le fiabe può far emergere anche parti significative di sé. Il bambino con le sue reazioni ci stimola a parlare con il nostro bambino interno. Un resoconto personale dei vostri vissuti, una riflessione sulle vostre emozioni, un'attenzione alle fantasie e ai sogni che si aprono dentro di voi a seguito del lavoro con la fiaba può diventare un interessante spunto di crescita personale. Dedicare un po' di tempo a noi stessi è un grande regalo che facciamo ai nostri allievi o ai nostri figli, perché un educatore consapevole possiede una marcia in più per capire e farsi capire.
Tempo
Tutto ciò che abbiamo detto, la lettura di questo libro, il laboratorio che andremo ad allestire, richiedono tempo. Il tempo, nell'epoca della modernità, non c'è mai per queste cose. Il tempo che viviamo è un tempo di produzione, di inarrestabile lavoro, di efficiente quanto dolorosa lontananza da sé. Per poter svolgere al meglio tutte le indicazioni illustrate in questo libro dovete decidere di dedicare tempo ai vostri figli, ai vostri alunni e a voi stessi: un tempo relazionale, fatto di contatto, dialogo, incontro, scontro. Senza questa premessa vi stancherete presto di raccontare fiabe e non godrete della profonda bellezza del linguaggio dell'immaginazione, un linguaggio che porta alla luce ciò che è sommerso nel nostro essere, in attesa di essere percepito e colto.

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Educare con le fiabe  Gino Aldi   Edizioni Enea

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