Un adulto o un bambino su cinque, e probabilmente uno su tre con problemi comportamentali, sono intolleranti o allergici ad alimenti comuni quali latte, frumento, lievito e uova. Ciononostante, il fatto che le allergie a cibi e sostanze chimiche possano nuocere alla salute dei bambini è stato ignorato per moltissimo tempo.
Negli anni Ottanta del secolo scorso, i ricercatori scoprirono che le allergie possono avere ripercussioni su qualsiasi sistema corporeo e scatenare un grande numero di sintomi, tra cui stanchezza, eczema, asma, dolori articolari, costipazione, diarrea, mal di pancia, otiti ricorrenti, rallentamento del pensiero, irritabilità, agitazione, comportamento aggressivo, nervosismo, ansia, depressione, ADHD, autismo, iperattività e disturbi dell'apprendimento.
CASO CLINICO
Veronica, 5 anni
A Veronica, che per tutta la vita aveva sofferto di costipazione e mal di pancia, era stata diagnosticata una forma leggera di autismo. Quando i genitori la portarono al Brain Bio Centre, la sottoponemmo a un test per le allergie mediate da IgG (si veda più avanti), che rivelò una reattività al glutine. Dopo aver eliminato quest'ultimo dalla dieta, i genitori furono felici di riferire che la socialità e la digestione di Veronica erano molto migliorate, al punto che ora andava regolarmente in bagno e non aveva più mal di pancia.
La prova più convincente dei numerosi effetti della reattività al cibo viene da un ottimo studio del dottor Joseph Egger e dalla sua équipe, i quali studiarono 76 bambini iperattivi per verificare se la loro dieta contribuiva al disturbo comportamentale. I risultati mostrarono che il 79 per cento dei bambini reagiva a coloranti e conservanti artificiali del cibo, soprattutto alla tartrazina e all'acido benzoico, che producevano un netto peggioramento del comportamento.
Tuttavia, Egger ha scoperto che nessun bambino reagiva solo a queste sostanze. Di fatto, si scoprì che ben quarantotto cibi diversi avevano provocato una reazione nei bambini che avevano partecipato allo studio. Per esempio, il 64 per cento manifestava una reattività al latte di mucca, il 59 per cento al cioccolato, il 49 per cento al frumento, il 45 per cento alle arance, il 39 per cento alle uova, il 32 per cento alle arachidi e il 16 per cento allo zucchero. È interessante il fatto che, dopo aver modificato la dieta dei bambini, non migliorò soltanto il loro comportamento. Anche la maggior parte dei sintomi associati diminuì considerevolmente: mal di testa, convulsioni, disturbi addominali, rinite cronica, dolori agli arti, eruzioni cutanee e ulcere alla bocca. Altri studi hanno prodotto risultati simili.
Tali ricerche dimostrano che i problemi di natura allergica spesso producono una grande quantità di sintomi fisici e mentali, con ripercussioni su molti sistemi corporei. Inoltre, le allergie e i sintomi da esse create variano da individuo a individuo.
Allergia o intolleranza?
Oggigiorno, la gente usa le espressioni “allergie alimentari” e “intolleranze alimentari” in modo intercambiabile. Ma c'è una differenza? La definizione classica di “allergia” è semplicemente una reazione fisica spropositata a una sostanza, con un chiaro coinvolgimento del sistema immunitario. Quest'ultimo, che è il sistema difensivo del corpo, è in grado di produrre “marcatori” per le sostanze che non gli piacciono, di cui un esempio classico è l'anticorpo chiamato IgE (immunoglobulina di classe E). Quando un cibo incontra il suo marcatore IgE, vengono rilasciate delle sostanze chimiche, tra cui l'istamina, che causa i classici sintomi di allergia: eruzione cutanea, febbre da fieno, rinite, sinusite, asma, eczema e anafilassi (una reazione in cui la bocca e la gola si gonfiano, talvolta accompagnata da un grave attacco di asma o da esantema, rapido calo della pressione sanguigna, pulsazione irregolare e perdita di coscienza). Tutte le reattività IgE mediate sono gravi e subitanee, possono risultare mortali e spesso durano tutta la vita. Probabilmente già sapete se il vostro bambino ha questo tipo di allergie e lo state tenendo ben lontano dagli alimenti pericolosi.
Comunque, il tipo più comune di allergia alimentare riguarda un marcatore diverso: l'IgG (immunoglobulina di classe G). Queste reazioni sono spesso dette “a scoppio ritardato”, perché possono impiegare da un'ora a tre giorni per manifestarsi. I sintomi di allergie da IgG sono generalmente poco appariscenti, ma colpiscono molti sistemi corporei. Si aggiunga il fatto che le reazioni da IgG si associano spesso ad alimenti comuni; è quindi assai possibile che vostro figlio stia mangiando tutti i giorni qualche cibo a cui è allergico senza che voi lo sappiate.
Intolleranze e ipersensibilità alimentari sono reazioni al cibo in cui manca una reazione immunitaria misurabile. Tra queste troviamo l'intolleranza al lattosio, in cui a un bambino manca l'enzima per digerire lo zucchero del latte (il lattosio) e può avere diarrea o disturbi addominali quando beve latte, e l'intolleranza all'esaltatore di sapidità MSG, che rende certi bambini iperattivi anche se il meccanismo reattivo non è stato ancora compreso.
La top ten degli allergeni
Qualsiasi alimento può causare una reazione allergica, ma i più comuni sono frumento e altri cereali contenenti glutine, latte e latticini, uova, cibi lievitati o fermentati, crostacei, semi oleosi, arachidi, aglio e soia. La maggior parte delle allergie alimentari è una reazione alle proteine di un alimento, in particolare di quelli che si mangiano più spesso.
Il frumento è probabilmente in cima alla lista, perché contiene una sostanza detta gliadina che irrita la parete intestinale. La gliadina è una componente del glutine, una proteina adesiva che permette la formazione di sacche d'aria quando si combina con il lievito, e per questo consente all'impasto del pane di aumentare di volume. Mangiare molti prodotti del frumento non fa bene a nessuno, soprattutto ai bambini allergici a questi alimenti. I legami tra allergia al frumento, autismo e ADHD sono ormai accertati (si vedano i Capitoli 19 e 20 per ulteriori informazioni).
La segale, l'orzo e l'avena contengono molto meno glutine, oltre a diversi tipi di questo, quindi se il vostro bambino è intollerante al frumento, potrebbe invece tollerare segale, orzo e avena. Certi bambini sono intolleranti a frumento, orzo e segale, quindi possono tollerare solo l'avena, che non contiene gliadina (vedi p. 275).
I latticini, inclusi il formaggio e lo yogurt, provocano reazioni allergiche in molti bambini. Apparentemente, certi tollerano il latte di capra o di pecora, ma non quello di mucca. Questo, però, potrebbe anche essere dovuto, in parte, al fatto che eliminando il latte di mucca si consumano meno prodotti caseari, in quanto latte e latticini di capra o di pecora vengono forniti in confezioni più piccole e non si trovano facilmente. Tra le reazioni allergiche, troviamo in particolare: naso chiuso, raffreddori frequenti, gonfiore, indigestione, “cerchio alla testa”, affaticamento, otite e mal di testa.
Come gestire le allergie
Vediamo prima di tutto com'è possibile accertare se vostro figlio è affetto da allergie alimentari.
Test allergologici
Se vostro figlio ha una storia di coliche infantili, eczema, asma, otiti, infezioni toraciche, febbre da fieno, allergie stagionali, problemi digestivi (inclusi gonfiori, costipazione e diarrea), raffreddori frequenti e qualsiasi problema comportamentale o dell'apprendimento, è possibile che abbia un'allergia alimentare ritardata e che quindi occorra sottoporlo a un test per accertarne la presenza. Il test migliore è l'IgG ELISA, che usa un campione di sangue prelevato da un polpastrello e si può eseguire a casa propria. Tuttavia è meglio effettuarlo con la supervisione di un terapista nutrizionale o di un esperto allergologo (si veda la sezione “Informazioni utili”), che in seguito potrà mettere a punto per vostro figlio una dieta priva di alimenti allergenici, ma con alternative sane ed equilibrate. Se gli alimenti identificati sono tanti, è un segno di cattiva salute degli intestini più che di allergie multiple: diventa essenziale allora pensare prima alla salute intestinale del bambino.
Un metodo alternativo per individuare le allergie alimentari è la dieta di eliminazione. Essa consiste nell'eliminare dalla dieta del bambino qualsiasi sospetto allergene per un certo periodo di tempo (di solito, da due settimane a tre mesi), osservando gli eventuali cambiamenti del comportamento e dei sintomi mentali e fisici. A quel punto, è possibile reintrodurre in modo controllato gli alimenti, sempre monitorando lo stato di salute del bambino. È da dire, però, che questo metodo presenta numerose controindicazioni, in quanto la gamma di alimenti a cui un bambino può essere reattivo è molto vasta. Anche in questo caso, se per seguire una dieta di eliminazione state cambiando radicalmente le abitudini alimentari sue, ricorrete al parere di un terapista nutrizionale qualificato, affinché la sua dieta resti sana ed equilibrata.
Come già saprete se voi o vostro figlio avete un'allergia IgE, il cibo in questione – ad esempio le arachidi o i gamberetti – andrà probabilmente evitato per tutta la vita. Questo però non vale per le allergie IgG, che hanno un effetto relativamente blando e ritardato, e potrebbero risolversi in tempi brevi. Identificando gli alimenti incriminati, evitandoli rigorosamente per circa sei mesi e migliorando così lo stato dell'apparato digerente spesso è possibile riuscire a eliminare l'allergia ritardata. In certi casi, però, un'allergia IgG, come quelle IgE, dura per tutta la vita (si veda Hidden Food Allergies di Patrick Holford e James Braly, per ulteriori informazioni).
IL FATTORE INTESTINALE
I problemi digestivi sono spesso la causa primaria di un'allergia “a scoppio ritardato”, o IgG mediata. Molti bambini hanno apparati digerenti “che perdono”, ovvero che lasciano passare proteine parzialmente non digerite nel sangue, provocando una reazione. La perdita può essere dovuta a un uso frequente di antibiotici o di Aspirina, a un'infezione gastrointestinale o a una carenza di grassi essenziali, di vitamina A o di zinco: dunque, nei casi di un'allergia alimentare IgG, identificare ed evitare ciò a cui vostro figlio sta reagendo è solo metà del lavoro. L'altra metà consiste nel ripristinare le corrette funzioni del suo apparato digerente (si veda il Capitolo 7 per ulteriori informazioni).
A un bambino che presenti sintomi di allergie alimentari, come frequenti otiti o bronchiti, è probabile che vengano spesso prescritti antibiotici. Questo può aggravare la salute dell'intestino e far peggiorare l'allergia, aumentando la necessità di antibiotici in quella che è un'evitabilissima spirale perversa. Chiaramente, è meglio affrontare la causa primaria dei sintomi, identificando gli allergeni alimentari ed eliminandoli dalla dieta del bambino, che fare affidamento su antibiotici per un sollievo di breve durata ma destinato a prolungare il problema nel lungo termine.
In sintesi
Per verificare se vostro figlio soffre di allergie, ed eventualmente attenuarle:
- Eliminate completamente frumento e latticini dalla sua dieta, per un mese o più, e notate come si sente. In ogni caso, cercate di ridurre il suo consumo di questi alimenti, evitando di farglieli assumere tutti i giorni.
- Aiutatelo a digerire meglio, aggiungendo molta frutta e verdure fresche, semi e pesce nella sua dieta: essi infatti contengono acidi grassi essenziali e zinco (si veda il Capitolo 7 per ulteriori informazioni).
- Riducete al minimo gli antibiotici: danneggiano l'apparato digerente. Fate seguire ad essi dei probiotici adatti all'età del bambino.
- Se sospettate che vostro figlio abbia un'allergia alimentare, fategli fare un test allergologico IgG ELISA e consultate un terapista nutrizionale, che possa testare a cosa vostro figlio è allergico, stilare un programma per ridurre l'esposizione agli allergeni e assicurarsi che la sua dieta resti sana ed equilibrata anche se priva di alcuni cibi.
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Scritto da Vincenzo il 12/07/2020