Anche in Italia gli ultimi vent’anni hanno visto una grande crescita del “Terzo Settore” in termini quantitativi, di capacità organizzativa ed economica, di consapevolezza di sé e di visibilità agli occhi dell’opinione pubblica. Attorno a questo “terzo” personaggio rischia, però, di raccogliersi un’unanimità di lodi e speranze che potrebbero poi rivelarsi foriera di problemi e delusioni. Di qui l’importanza di una riflessione approfondita che in primo luogo sappia cogliere le istanze valoriali che caratterizzano il mondo non-profit e che costituiscono una grande ricchezza culturale, ma anche un punto di forza ai fini di una produzione efficace ed efficiente, in particolare nei servizi alla persona. Tuttavia, nel momento in cui fondazioni, associazioni, cooperative sociali si candidano a gestire risorse economiche rilevanti, ad esse si chiede anche il rispetto di requisiti di professionalità, di continuità e di economicità. Inoltre, per poter essere davvero un’alternativa originale nel panorama economico e sociale, il Terzo Settore deve riuscire a mantenersi autonomo, anche finanziariamente, dai pubblici poteri.
Per questo gli aggettivi chiave attorno a cui ruota il Documento sul ruolo del Terzo Settore che viene proposto ai lettori nella terza parte del volume sono: responsabile, solidale, relazionale, indipendente. Questi stessi sono i temi ricorrenti che il lettore potrà ritrovare anche nei contributi pubblicati nelle prime due parti, proposti da qualificati studiosi di varie discipline particolarmente attenti al fenomeno non profit; contributi che, nell’indagare la peculiare collocazione del Terzo Settore tra economicità e valori, guardano ad esso sia nel dover essere che nella realtà di fatto.
Scritto da Isabella il 07/04/2022