Speculazioni e abusi in campo sanitario

Ciò che i dottori non dicono - 2

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Speculazioni e abusi in campo sanitario  Riccardo Iacoponi   Macro Edizioni
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Diagnostica di laboratorio, cancro, AIDS, BSE, doping, antrace, vaccini, interventi chirurgici, trapianti, antibiotici, steroidi, psicofarmaci, terapie ormonali ecc. vengono qui analizzati alla luce delle più recenti informazioni scientifiche indipendenti disponibili, con il supporto di articoli frizzanti, contraddittori, testimonianze, interviste, intuizioni e tanta pratica di laboratorio e comune buon senso.

Dall'osservatorio privilegiato di cui dispone l'autore ecco uno spaccato della situazione sanitaria in Italia che illustra con obiettività bassezze, ignoranza e speculazioni praticate nel settore medico.
Una testimonianza dall'interno sull'arroganza pseudo-scientifica dei suoi organismi ufficiali verso i sistemi terapeutici meno invasivi e non convenzionali.

Uno strumento per capire meglio lo strettissimo legame che ormai unisce scienza e industria, che utilizzano tutti i mezzi d'informazione e la ricerca per medicalizzare ogni fase della nostra vita, dal concepimento alla vecchiaia, e assumerne il controllo attraverso selezioni prenatali, clonazioni a fini terapeutici e ogni tipo d'intervento chirurgico e farmacologico.

Il risultato è un'umanità sempre più debole e malaticcia, afflitta da innumerevoli patologie croniche, che vive in uno stato di salute traballante e molto redditizio per l'industria della malattia.

Una bussola indispensabile per non perdersi nei meandri di una medicina che sempre più riconosce i propri limiti e i propri errori e di un'informazione di parte, dipendente dagli interessi dei suoi sponsor.


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Speculazioni e abusi in campo sanitario
Ciò che i dottori non dicono - 2

Riccardo Iacoponi



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Prefazione di Nino Marazzita
Introduzione

Capitolo 1: FARMACI
Presentazione a cura di Valerio Pignatta
Letture - Da un articolo dell'autore sul quotidiano L'Opinione
Capitolo 2: GLI INTERVENTI CHIRURGICI
Interventi psicoterapici sui chirurghi interventisti? - di Luigi De Marchi
Letture - Opera oggi, opera domani
Letture - Buttiamo dalla torre Bin Laden o Antinori?
capitolo 3: LA DIAGNOSTICA
Letture - Chi conquistò la bella signora?
capitolo 4: IL DOPING
Introduzione a cura di Valerio Piccioni
capitolo 5: IL CASO DI BELLA E LE LOBBY DEL CANCRO
Introduzione a cura di Mario Tozzi
Letture - Timperi non tratta gli argomenti crudi
LE MALATTIE INFETTIVE DEL TERZO MILLENNIO
capitolo 6: L'AIDS
Introduzione a cura di Fabio Franchi
capitolo 7: ALTRE INVENZIONI E MISTIFICAZIONI: EPATITE C, BSE UMANA, AFTA EPIZOOTICA, ANTRACE
Letture - L'anima è infettiva
Letture - Zichichi e la “mucca pazza”
Letture - Tassa sulla mucca
capitolo 8: I MEZZI DI INFORMAZIONE E LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
Letture - Biagi e l'atomica
Letture - In grave pericolo per aver inspirato borotalco
Letture - Terrorismo psicologico
A proposito di G8 - di Elio Ligugnana
capitolo 9: I CONCORSI E LE GARE D'APPALTO
Letture - Ospedali senza regole
capitolo 10: “UTHOPIA” OVVERO LA SANITÀ PER I CITTADINI

Indirizzi utili e siti internet
Letture consigliate
Indice analitico


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torna suEstratto Capitolo 1

Capitolo 1 - I farmaci
Presentazione del capitolo sui farmaci a cura di Valerio Pignatta, storico della medicina.

Quando si legge in questo capitolo che negli Stati Uniti la terza causa di morte dopo le malattie cardiache e il cancro sono le malattie iatrogene, ossia quelle patologie indotte dal sistema farmaceutico-ospedaliero, non si può non soffermarsi a meditarci sopra. Un tale agghiacciante dato statistico, tuttavia, in questa società, passa sotto silenzio per lasciare posto alla babele di notizie di cronaca nera che colpevolizzano ora una classe sociale o etnica ora l'altra, ora una fascia di età ora l'altra. E i misfatti puntualmente costanti di un sistema pseudoscientifico che uccide indiscriminatamente per il profitto e la vanagloria? Ignorati.
Eppure le cifre le abbiamo. E i nomi pure. Iacoponi infatti analizza uno ad uno tutti i farmaci incriminati di questi ultimi anni.
Medicinali che hanno portato all'umanità il loro triste contributo di sofferenza e di morte: Lipobay, psicofarmaci vari tra cui il Prozac, Aspirina, Tamoxifene, PB, vaccini.
Ma cambiare o sospendere le terapie abituali e indirizzarsi verso alternative meno dannose significa soprattutto, come dice l'autore, interrompere «le correnti di denaro dai cittadini alle multinazionali». E ciò è fortemente e quotidianamente ostacolato attraverso tutti i mezzi di cui dispone l'intreccio industria-scienza, primo fra tutti quello mediatico.
Ma i pregi di Iacoponi non si fermano alla denuncia di questo stato di cose a livello socio-economico, ma riguardano anche l'illustrazione di altre due situazioni di estrema importanza su cui bisogna soffermarsi a riflettere. In primo luogo, dice l'autore, va mutato il punto di vista dominante sulla malattia che viene veicolato oggi. Infatti sbaglia «chi pensa che la malattia sia qualche cosa che ci minaccia da fuori, che bisogna eliminare con la forza uccidendola. Le malattie sono parte di noi ed uccidendole uccidiamo noi stessi: dobbiamo solo aiutare il nostro organismo a ristabilire l'equilibrio naturale con interventi che sono “per” e non “contro”: per la vita, per la corretta alimentazione, per la gioia di esistere, per lo sport moderato e la vita all'aria aperta, per il piacere delle persone che amiamo, e perché no, solo quando è indispensabile un farmaco, per un periodo limitato di tempo, per aiutare noi e non per uccidere una parte di noi, anche se una parte aberrante».
Allo stesso modo è importante la sua segnalazione del pericolo che le medicine cosiddette non convenzionali o alternative intraprendano l'identica strada di quella allopatica dello sfruttamento e della medicalizzazione forzata della società nel suo complesso, demonizzando qualsiasi seppur piccola patologia o disturbo e prescrivendo quintali di farmaci seppur naturali e con effetti collaterali minori. A mio parere, a ciò bisogna aggiungere anche il rischio della rincorsa all'accaparramento da parte delle medicine dolci di un'istituzionalizzazione e di un riconoscimento per costituire nient'altro che un altro potere. Ciò porterebbe all'innalzamento di nuove barricate tra pazienti e terapeuti e contribuirebbe a proseguire nell'edificazione di una società in cui la gestione della salute verrebbe ancora delegata a “specialisti” che possiedono le chiavi di lettura, anziché invece all'impostazione di una diffusa educazione all'autogestione della propria salute e benessere psicofisico che è l'obiettivo legittimo cui dovrebbe aspirare la nuova élite di medici naturali.
L'uniformità del biasismo dell'automedicazione da parte di medici e terapeuti allopatici e non è invece ormai una costante. Se i moderni esclusi dalla torta della sanità cercano solo l'aumento del loro ruolo nella spartizione dei benefit e degli status, le medicine complementari non ci serviranno a gran che.
Ovviamente lo stesso discorso si può fare rispetto al bisogno indotto con la paura di medicalizzazione della propria vita individuale e della società nel suo complesso cui accennavamo poco sopra. Un bisogno che sta creando abilmente la medicina ufficiale sponsorizzata entusiasticamente dall'industria farmaceutica di comune accordo con i media (esami diagnostici ricorrenti, vaccini e interventi chirurgici “preventivi”, analisi del sangue ecc.). Ma anche le medicine alternative corrono appunto il rischio di incamminarsi sulla scia di quella ortodossa, promuovendo un sistema medico molto pervasivo, dal piatto al materasso, dal sesso al gusto per la vita, alimentando altre idiosincrasie e ipocondrie.
Del resto, come afferma Iacoponi, «Il sistema sanitario ha la funzione di produrre consumatori di esami, di farmaci, di operazioni chirurgiche. È la più grande e potente industria oggi esistente sul pianeta, in cui i clienti sono i malati e soprattutto le persone che hanno paura di esserlo o di diventarlo».
E se da queste parole vogliamo trarre delle conclusioni che abbracciano una visuale molto più ampia si potrebbe rilevare che è logico pensare che una popolazione sana è controproducente per una élite di commercianti-governanti. Un popolo sano non rende economicamente ed è più difficilmente governabile perché manifesta energia corporea e mentale che può usare per vari scopi. Una popolazione ammalata invece dà innanzi tutto immensi guadagni e poi non ha molti grilli per la testa perché ha ben altro cui pensare.
Quindi il ruolo cui le attuali medicine complementari dovrebbero assurgere è molto più complesso di una semplice ascesa sul podio dei vincitori. Si tratta in realtà di contribuire sì alla costruzione di una condizione di libertà terapeutica, ma gestita dal basso e in cui le informazioni sulla salute vengono condivise orizzontalmente e portate alla conoscenza di ognuno, affinché tutti i pazienti possanno insieme all'“esperto” intervenire nel processo decisionale e terapeutico verso il conseguimento della propria guarigione fisica, mentale, emotiva e spirituale.


11 settembre 2001
«Una terribile serie di attentati ha distrutto le torri gemelle di Manhattan a New York e parte del Pentagono, simboli della potenza commerciale e militare americana. Il fatto ha destato lo stupore in tutto il mondo e il compianto per le circa 5.000 vittime per ora stimate. La mente umana rimane stupita e giustamente angosciata quando un fatto luttuoso così grave accade in maniera assolutamente imprevista. Si preoccupa di meno quando numerose morti, molto più numerose di quelle di qualsiasi distruttivo attentato avvengono meno improvvisamente e sono, in un certo senso, scontate. Non ho visto nessuno strapparsi i capelli o rinunciare ad una partita di calcio quando gli si fa notare, con statistiche alla mano, che la terza causa di morte nella maggior parte dei paesi cosiddetti civili sono le malattie iatrogene, cioè le intossicazioni da farmaci. Milioni di persone perdono la vita per abuso di farmaci. Il fatto più sorprendente è però che molte di esse sono vittime dell'uso di farmaci completamente inutili, come per esempio gli antivirali. Non c'è dimostrazione scientifica che mai in caso di una malattia virale si sia tratto giovamento dall'uso di farmaci. Anzi essi intossicando e indebolendo l'organismo non permettono agli anticorpi naturali di svolgere la normale funzione di proteggerci dalle malattie. Ogni giorno le multinazionali del farmaco e dell'agro-alimentare fanno esplodere un grattacielo nella città della nostra salute».

Il 12 settembre 2001 mandavo questo comunicato stampa, in occasione della sciagura che il giorno precedente aveva funestato l'America. Una sorta di nemesi imprevedibile, indeterminabile, inconcepibile alla mente umana, che si abitua ai più atroci genocidi quando sono previsti e prevedibili, anche se deprecabili, ma rifiuta come orrori i mali improvvisi, non previsti. La sciagura si abbatte sulla nazione che tira il carretto di tutte le malefatte delle multinazionali del petrolio, dell'agro-alimentare e, quello che a noi interessa trattare in queste pagine, dei farmaci. Si abbatte sulla città simbolo del mondo economico e proprio sulle torri che rappresentano il potere imperiale e commerciale, cioè l'emblema dei furti, delle rapine, degli sfruttamenti, delle ingiustizie e soprattutto degli omicidi compiuti dalle multinazionali, il cui numero fa impallidire l'ammontare dei morti di ieri a New York. Le parolone di George Bush «Questa è la prima guerra del terzo millennio. Guideremo il mondo alla vittoria» e ancora «Sarà la guerra del bene contro il male. Staneremo il male ovunque si trovi e lo distruggeremo [anche se uccideremo migliaia di civili come è nostra abitudine]» sembrano affermazioni di un esaltato; specialmente il paradosso di autodefinirsi il bene: il bene di Hiroshima, del Vietnam, dell'Iraq, dei Balcani, delle centrali nucleari, dell'AIDS, degli alimenti transgenici e delle multinazionali già nominate. Anche Il Nuovo, quotidiano di area occidentale su internet non poteva fare a meno di titolare il fondo: “Un Vietnam a New York”, affermando allusivamente che chi è portatore di morte non può aspettarsi che morte. Anche l'esasperazione della tecnologia ingegneristica, figlia anch'essa della stessa mentalità egoista e presuntuosa americana, non può che portare a queste tragedie. Se i cieli saranno sempre più affollati, le torri sempre più alte, i ponti sempre più lunghi, basterà un errore umano, una disattenzione degli organi di controllo, una volontà di un nemico, che sarà una tragedia. La guerra di religione sostenuta dagli arabi dura da secoli. Un tempo con le navi del deserto facevano danni relativi. Sono diventati poi più pericolosi con i carri armati di Saddam Hussein, ora fanno stragi con gli aerei di Bush.

Abbiamo detto dunque che le stragi fatte dalle multinazionali del farmaco non hanno paragoni. Ci sono le statistiche a dimostrarlo.
Esempio: Stati Uniti

Prima causa di morte = malattie cardiache
Seconda causa di morte = cancro
Terza causa di morte = FARMACI e altre cause iatrogene

a) Negli Stati Uniti gli effetti avversi che avvengono a causa di danni iatrogeni sono:
l 12.000 morti/anno per interventi chirurgici non necessari;
l 7.000 morti/anno per errori di medicazione negli ospedali;
l 20.000 morti/anno per altri errori negli ospedali;
l 80.000 morti/anno per infezioni nosocomiali negli ospedali;
l 106.000 morti/anno per non-errori, effetti avversi delle medicazioni.

Cioè 225.000 morti l'anno per cause iatrogene, non comprendendo gli effetti avversi associati ad invalidità ed altri problemi fisici. Non sono compresi gli effetti tossici a lungo termine che sono difficilmente interpretabili.

b) Le medicine testate, autorizzate, prescritte e normalmente usate, sono la quarta causa di morte comune - cosa che non viene mai riportata (Fonte: Journal of the American Medical Association) - dalle 90.000 alle 160.000 morti annue. È come se precipitasse un Boeing 747 al giorno. Ogni giorno in USA muoiono 46 persone a causa degli effetti dell'Aspirina.

Bibliografia: Jama, Vol. 284, 26 luglio 2000. z
www.pneumotox.com. z


In questi giorni il mondo si sta allarmando perché c'è qualcuno che si è deciso a denunciare le morti a causa di un farmaco, il Lipobay della Bayer. Dopo qualche giorno si è verificato quello che sempre avrebbe dovuto esserci: la comprensione che alcuni farmaci sono così dannosi che provocano morti in maniera così evidente e così rapida da permettere ai pazienti di rendersene conto nonostante le assicurazioni dei medici e delle cosiddette autorità sanitarie. Sono stati denunciati altri decessi per problemi cardiaci causati dal Prepulsid, cisapride monoidrata, utilizzato, si fa per dire, per dispepsie e riflusso gastro esofageo. Anche il Viagra è stato messo sotto accusa, ma in questo caso c'è da dire che almeno il suo uso dà dei vantaggi non ottenibili altrimenti, per cui bisogna considerare il rapporto rischio-beneficio. Si può decidere di aver un minimo rischio di morte per un notevole risultato che un farmaco dà rispetto a una importante funzione vitale come quella sessuale, ma bisogna evidenziare che un uso saltuario del Viagra è di molta utilità e non provoca nessun danno. Solo l'eccesso, in persone oltretutto già sofferenti di cardiopatie, mette a rischio la vita. Nei casi invece del Lipobay la terapia è continua. Per una malattia che non è una malattia, ma solo un fattore di rischio, come il colesterolo, si assumono sostanze tossiche per i tessuti, come le statine, che sono addirittura ultratossiche per i muscoli. Dopo pochi giorni di assunzione già vi è una perdita di enzimi nei muscoli, che si può rivelare con la determinazione nel sangue delle transaminasi; in seguito si accusano dolori, invalidità, paralisi e morte. Tutte le statine sono tossiche (ah!, scusate, si dice: hanno effetti collaterali), ma quella contenuta nel Lipobay, la cerivastatina, è talmente tossica che ha fatto scoprire il gioco operato dalle multinazionali e dalla loro capillare organizzazione sanitaria di strisciante intossicazione di ignari e creduloni cittadini. Ancora oggi si leggono comunicati che invitano a non interrompere le terapie, cioè le correnti di denaro dai cittadini alle multinazionali. Si invita a sostituire il Lipobay con le altre famigerate statine per vincere una malattia che non esiste, la colesterolemia o la ipertrigliceridemia, che oltretutto potrebbero essere controllate con una minima moderazione alimentare. Non diversa è la questione per l'altro farmaco imputato, il Prepulsid, usato per malattie a dir poco banali, con il quale si va incontro a rischi per l'apparato cardiocircolatorio.
Se volessimo fare una ricerca su tutti i danni da farmaci non ci vorrebbe un libro, ma un'intera biblioteca, nonostante la maggior parte degli effetti collaterali nocivi sia difficilmente rivelabile perché i farmaci in genere non producono un danno evidente a breve scadenza. Da Mondofarmaco, un volumetto a cura dell'associazione “Saperscegliere”, edito da FCE, che può essere consigliato a chi voglia approfondire l'argomento, prendiamo le seguenti notizie.

«Nel 1975 il cancerologo americano Hardin Jones, in occasione del congresso di cancerologia che si teneva all'Università di Berkeley (California), esibì una documentazione, frutto di una ricerca statistica durata ben 23 anni. La sua ricerca aveva provato, senza ombra di dubbio, che gli ammalati di cancro che avevano rifiutato di sottoporsi alle terapie ufficiali (chemioterapia e radiazioni) erano sopravvissuti in media per dodici anni e mezzo, mentre quelli che erano stati curati con i farmaci messi a disposizione dalla “scienza medica” erano morti in media in soli tre anni. Il coraggioso medico aveva denunciato l'esistenza di statistiche truccate “da parte del potere chimico-medico favorevole alla vivisezione: un vero establishment del cancro che lavora in sordina per simulare successi mai ottenuti e garantirsi così la fiducia e i finanziamenti del pubblico”. La reazione fu esemplare: censura dei dati, persecuzioni, calunnie…».
«Con il notevole aumento delle prescrizioni mediche, le malattie iatrogene [dovute ai medicamenti] hanno raggiunto proporzioni epidemiche (R.D. Mann, Modern Drug Use. An Enquiry on Historical Principles, MTP Press Ltd, 1984)».

«Il 99% dei medicamenti è inutile (I. Mac Keon, Le Dossiers de l'Histoire, 1981)».

«Delle decine di migliaia di medicinali sul mercato mondiale si può dire che sono quasi tutti insicuri, inefficaci, superflui o sono soltanto uno spreco di denaro. (Health Action International, Il problema farmaci, 13 maggio 1986)».

«I farmaci provocano: il 6% delle malattie con esito mortale, il 25% di tutte le malattie, il 61% delle malformazioni, l'88% dei nati morti (Wiesbaden, Congresso dei medici internisti tedeschi, 1977)».

«Fra i crimini che si commettono per vie istituzionali, solo l'odierna malnutrizione fa più vittime della malattia iatrogena [da interventi sanitari] nelle sue varie manifestazioni (I. Illich, Nemesi Medica, Mondadori, 1977)».

«La medicina fa ammalare più gente di quanta ne faccia guarire. La medicina è la negazione della salute; non è organizzata per servire la salute dell'uomo ma solo se stessa. Ogni anno in America muoiono 60.000 persone per avvelenamento da farmaci (I. Illich, Nemesi Medica, Mondadori, 1977)».

Possiamo affermare con convinzione quindi che tutte le sostanze farmacologiche, per la loro stessa natura, producono modificazioni anormali dell'organismo e quindi devono essere assunte solo quando sono indispensabili e per il più breve tempo possibile.
Vogliamo riportare appresso alcuni fatti esemplari che hanno dimostrato grossolani errori degli organi sanitari rispetto all'uso dei farmaci.

La sindrome giapponese
Ricordo da ragazzo che quando avevo un po' di mal di pancia, o comunque dei sintomi intestinali, mia madre mi faceva assumere alcune compresse di un farmaco allora noto. Si chiamava Enterovioformio, ora ritirato dal commercio. Il farmaco veniva prescritto di solito in dosi molto basse per disturbi, appunto quelli intestinali, che ricorrevano solo alcune volte durante l'anno cosicché questo farmaco, altamente tossico, non riusciva a recare danni evidenti al mio organismo e neanche a quello dei miei parenti che saltuariamente lo usavano. In quel periodo, alla fine degli anni '50, in Giappone furono segnalati diversi casi di una nuova malattia, caratterizzata da lesioni al sistema nervoso, chiamata neuropatia mielo-ottica subacuta (SMON). Ben presto la malattia prese l'aspetto di una vera e propria epidemia la cui causa fu attribuita a un virus all'uopo inventato, un virus “lento” come quello dell'AIDS: Inoue SMON virus. Non vi sto a raccontare tutto quello che successe in Giappone, ma dirò solo che incominciò a prosperare il commercio di kit diagnostici, come oggigiorno accade per la mucca pazza, e fu tanta la progressione del terrore per questa malattia che molte persone, temendo di essere contagiate, si suicidarono. Perché cessassero i sintomi e sparisse la malattia sarebbe bastato che i giapponesi avessero sospeso le forti cure di Enterovioformio fatte a causa dei loro frequenti disturbi intestinali: era proprio quel farmaco, e non un virus, a generare i sintomi della malattia.
Alla fine degli anni '70 la Ciba Geigy fu costretta ad ammettere che il farmaco aveva causato la tragedia in Giappone. Casi sporadici della malattia erano stati riscontrati anche in Europa, in Australia e negli Stati Uniti.
Questo non è un caso isolato. Negli ultimi decenni è stato di moda sospettare i virus come agenti di varie malattie. Accadde per la focomelia (malformazione grave agli arti) dei neonati prima che fosse individuato un farmaco come responsabile: il Talidomide, assunto in gravidanza. I virus furono sospettati come causa del cancro, mentre si continuava a contaminare gli alimenti con derivati chimici del petrolio, veri responsabili di malattie oncologiche. E poi fu attribuita a un virus la “Sindrome da astenia cronica” (CFS), derivata invece da assunzione di vaccini, e infine la “Mucca Pazza” che un certo Gajdusek, premio Nobel poi arrestato per pedofilia, attribuì ad un virus lento. Taciamo per ora la triste storia dell'AIDS e dell'epatite C, anch'esse attribuite a virus, ma su queste malattie, in un capitolo apposito, vi sveleremo cose molto interessanti.

Bibliografia: De Marchi L., Franchi F.,z
Aids. La grande truffa, SEAM, Roma, 1996.z


La pillola della felicità
Siete un insegnante di una scuola americana. Vedete una sparatoria nella vostra scuola, dove i bambini si nascondono tra i banchi ed ingaggiano una vera battaglia in stile western. Si stanno divertendo a fare un gioco, veramente un po' movimentato, durante la ricreazione. Voi perdete la pazienza e andate a sequestrare loro i giocattoli accorgendovi che i bimbi sono in possesso di vere e proprie armi, magari rubate ai genitori, proprio a quei genitori che per farli stare tranquilli li imbottiscono di Prozac. Nella scuola prima o dopo ci sarà qualche persona uccisa, ci saranno risse e forse qualcuno si suiciderà, la psicosi sarà di casa perché molti alunni e diversi maestri fanno uso di SSRI (Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Seratonina). Naturalmente stiamo esagerando per mostrarvi alcuni degli effetti collaterali degli psicofarmaci SSRI. Altri effetti collaterali sono: convulsioni, allucinazioni, aggressioni, deliri, apatia, idee irrazionali, reazioni paranoiche, comportamento antisociale. Per non includere gli effetti a lungo termine caratteristici di tutti i farmaci: tossicità ad uno o più organi che, a seconda della durata della terapia, può portare anche a lesioni permanenti spesso incompatibili con la vita.
Il mondo degli antidepressivi e degli psicofarmaci è vasto tanto quanto sono i soggetti che vi gravitano intorno, soggetti spesso deboli proprio a causa di quei problemi di natura comportamentale che vorrebbero risolvere e quindi manipolabili a piacimento dalle lobby sanitarie. Così ai vari psicofarmaci si succedono le cure con il litio e si mettono in commercio tutte quelle molecole che possono avere un qualche effetto sedativo o calmante influendo in qualche modo sui processi neuro-umorali. È raccapricciante il fatto che queste sostanze si possano dare a bambini troppo turbolenti, che piangono o che si agitano troppo.
Una potente casa produttrice internazionale sta avendo seri problemi da quando gli imputati di processi per omicidio affermano di essere diventati violenti da quando assumono un farmaco di sua produzione.
La FDA americana ha ricevuto più rapporti di reazioni avverse a questo farmaco che per qualsiasi altro prodotto negli ultimi 24 anni.

Bibliografia: web.tiscalinet.it/gicis/farmaci.htm.z

L'ormone che sconfigge il cancro al seno: il Tamoxifene

D: Dottore, da qualche tempo ho un problema di acne, ho provato di tutto per risolverlo, mi vergogno anche ad uscire di casa.
R: Non si preoccupi signorina, prenda queste pillole (DES).

D: Vorrei allattare artificialmente mio figlio, mi hanno parlato di ottimi prodotti preparati dalla Nestlè, ma a me si gonfia il seno e mi crea un fastidio insopportabile. Ci mancherebbe altro che mi dovesse causare anche dei danni di natura estetica.
R: Signora io ho quello che fa al caso suo, in pochi giorni il suo latte scomparirà completamente senza problemi: queste pillole… DES.
D: Purtroppo abbiamo superato la mezza età, la nostra salute si è deteriorata e ci sono state diagnosticate due malattie molto brutte, prima mio marito alla prostata, ora io al seno.
R: Sembra che il nuovo ritrovato faccia miracoli, va bene per il seno, ma si può usare con efficacia anche per la prostata. Informati bene dal tuo medico e poi mi farai sapere. Sono certe pillole… DES.

D: Sono andata dal ginecologo perché ho una gravidanza difficile, avevo paura di abortire. Il dottore mi ha dato la pillola giusta per prevenire questi problemi (DES).

Ma il DES fu usato anche per trattare la menopausa e come pillola del giorno dopo, nonostante il suo inventore, Sir Charles Dodd, ne avesse sconsigliato l'uso.
Nei primi anni '70 si chiuse il vergognoso capitolo riguardante l'impiego di questo farmaco cancerogeno e distruttivo per il sistema endocrino, ma la cosa, come vedremo appresso, non finì.
Una stella splendente contro la dilagante epidemia di cancri al seno era già nata alla fine degli anni '60: la prolifica industria farmaceutica aveva partorito l'ultimo rampollo, il Tamoxifene. Questo crebbe ed ebbe successo, ma ben presto mostrò tutti i suoi limiti; i suoi difetti, diciamolo pure, le sue malefatte; ricalcarono ben presto quelle del padre: provocava gli stessi anormali cambiamenti osservati nelle cellule delle donne che assumevano il DES.
Era stato approvato prima dalla FDA per essere usato come pillola per il controllo delle nascite, naturalmente senza successo. Si scoprì poi che riduceva il cancro alle mammelle degli animali e addirittura nei roditori riduceva l'incidenza del cancro in questione. In effetti anche nella donna mostrò un'iniziale tendenza a combattere la ricorrenza del cancro al seno, ma sviluppava facilmente cancri particolarmente aggressivi all'utero e al fegato. Ma come il padre, il DES, volle essere versatile e si diede da fare, come preventivo, che brutta parola per un farmaco, contro l'osteoporosi e i problemi cardiaci. Qui voglio fare un inciso, non vi fidate mai quando, parlando di un farmaco si usa la parola “contro”. La usa chi non capisce la fisiologia del corpo umano, chi pensa che la malattia sia qualche cosa che ci minaccia da fuori, che bisogna eliminare con la forza uccidendola. Le malattie sono parte di noi ed uccidendole uccidiamo noi stessi: dobbiamo solo aiutare il nostro organismo a ristabilire l'equilibrio naturale con interventi che sono “per” e non “contro”: per la vita, per la corretta alimentazione, per la gioia di esistere, per lo sport moderato e la vita all'aria aperta, per il piacere delle persone che amiamo, e perché no, solo quando è indispensabile, un farmaco, per un periodo limitato di tempo, per aiutare noi e non per uccidere una parte di noi, anche se una parte aberrante.
Ma torniamo al nostro amico Tamoxifene, che ora viene raccomandato per il cancro al seno e, cosa sorprendente, anche a chi il cancro al seno non l'ha: “un po' di Tamoxifene non fa male, almeno eviterà che le possa venire un tumore al seno”. Invece sì, il Tamoxifene, secondo me, fa molto male, indebolisce e intossica il soggetto che lo assume che sarà poi maggiormente recettivo a qualsiasi tipo di patologia tra cui anche il cancro al seno. Ma nonostante le sue gesta poco eroiche il Tamoxifene trionfa su tutti i campi: attualmente è il farmaco più prescritto al mondo. È prodotto e commercializzato dalla Zx, attualmente la maggiore azienda mondiale di farmaci per il cancro. La divisione agrochimica dell'ICI, che include la Zx, produce composti chimici industriali ed erbicidi, tutti velenosi e anche distruttori endocrini che sono stati accusati di provocare il cancro al seno.
Che cosa può provocare ancora alle donne il Tamoxifene: sintomi di menopausa quando non c'è, danni alla retina, opacità della cornea, tromboflebiti, coagulazione intravasale, depressione, attacchi d'asma, indebolimento delle corde vocali, mutazioni cancerose, insufficienza epatica fino a cancro, polipi, tumori, ispessimenti endometriali e cancro all'utero.
La farmacologia non è certo femminista, vuole solo lucrare sulle donne per il conseguimento di meri interessi commerciali: il fallimento del DES, i disastri del Talidomide (malformazioni dei neonati), degli impianti al silicone per il seno, delle terapie ormonali ne sono la prova, mancava solo il Tamoxifene.

Bibliografia: Nexus New Times edizione italiana, n.19, 1999.z

Fu un farmaco a provocare la sindrome del Golfo

Sui 700.000 militari americani inviati in Medio Oriente per la guerra del Golfo, oltre 100.000 furono colpiti da disturbi cronici, praticamente intossicazione da farmaci: affaticamento, dolori muscolari, sonno eccessivo e perdita di memoria. Il farmaco in questione è il “PB”, distribuito durante il conflitto per neutralizzare gli effetti dei gas nervini. A rivelarlo è il Pentagono. Il farmaco, non ancora sperimentato, è stato assunto da 250.000 uomini (che più verosimilmente potremo chiamare cavie). La cosa strana è che precedenti studi commissionati dalla Casa Bianca e dall'Istituto nazionale di medicina avevano escluso qualsiasi legame tra il farmaco e la sindrome del Golfo. Tra le probabili cause della patologia in questione era stato indicato addirittura l'uranio impoverito usato per i proiettili anticarro americani.

Bibliografia: La Repubblica, 19 ottobre 1999

Sono trecento, giovani e forti (i farmaci dannosi ai polmoni)

Più di trecento farmaci, tra i quali la banale Aspirina, causano danni ai polmoni. Oltre cinquanta malattie respiratorie, dal raffreddore alla pleurite, sarebbero aggravate o provocate dall'assunzione di farmaci. Ma i farmaci in genere non causano solo malattie polmonari.
Trombosi, anemia, acromegalia, infarti, artrosi, insufficienza cardiaca, insufficienza epatica, insufficienza renale, immunodeficienza, leucemie, linfomi e cancri possono derivare da abuso di farmaci. I farmaci, che sono la causa principale delle malattie elencate, vengono poi aiutati nella loro opera da abuso di alcool, fumo, stupefacenti, tutti quei prodotti chimici che si ingeriscono come additivi, contaminanti, grassi idrogenati, integratori alimentari o che si respirano perché contenuti nell'aria.
Se vi sembra strano che poi queste malattie facciano morire esaminiamo qualche statistica che ci capita sottomano come quelle riportate a pag. 19.

Ma alle spalle dei morti si vive: regali, cene, viaggi e soggiorni nei posti più belli del mondo

Il giornale dei medici critica i medici. Il JAMA, giornale dell'American Medical Association, parla di relazioni pericolose tra medici e industria. Non è che non si sapesse che i medici sono incoraggiati a prescrivere farmaci dai regali offerti loro dalle case farmaceutiche, i Poggiolini e i De Lorenzo non sono che l'iceberg che affiora da un mare di piccoli e grandi ladri. Diremo che le onde dell'illecito trasportano i gioielli a casa di Poggiolini, ma anche gli orologi e le penne stilografiche a casa dei medici meno esperti del mestiere. Sentiamolo! Lo dice anche il loro giornale: «le case farmaceutiche… ogni anno spendono ingenti somme di denaro per farsi conoscere dai medici tramite regali, cene, viaggi, simposi e corsi di aggiornamento sponsorizzati».
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Speculazioni e abusi in campo sanitario  Riccardo Iacoponi   Macro Edizioni

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Speculazioni e abusi in campo sanitario
Ciò che i dottori non dicono - 2

Riccardo Iacoponi






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