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Editoriale
Sostenibilità e ambiente
DOSSIER
Globalizzazione: un problema di governance - di Eleonora Barbieri Masini
La discussione sullo sviluppo sostenibile deve assumere come quadro di riferimento il concetto di globalizzazione. Per capire non solo come funzionano i circuiti finanziari, ma soprattutto come la dinamica della globalizzazione influisca sullo sviluppo umano e sulla sostenibilità, intesi come fondamenti di un'etica "universalistica", orientata al "bene comune". Forte di questa convinzione, l'autrice propone riferimenti significativi al pensiero di alcuni studiosi. Tra questi, Saskia Sassen (in tema di dualismo nazionale/globale e di sostenibilità delle città globali), Denis Goulet, sostenitore di una globalizzazione "dal basso", che si collega alla società civile ed è basata su uno sviluppo non solo economico e Jan Aart Sholte che rivisita il processo di globalizzazione a partire dalle relazioni tra le personi e parla in proposito di "deterritorializzazione". L'intervento si chiude con la presentazione di alcune esperienze che hanno saputo realizzare, in un contesto di globalizzazione, cambiamenti nell'agire umano, orientandolo in funzione del bene comune e della sostenibilità.
Dopo il WTO è necessario il WEO - di Stefano Zamagni
Dopo aver ripercorso le tappe attraverso le quali si è avuta, a livello di politiche istituzionali e di organizzazioni internazionali, una presa di coscienza della problematiche ambientali (dal rapporto del MIT 1972, all'idea di sviluppo sostenibile del Rapporto Brundtland del 1987, dall'"Agenda 21" della Conferenza di Rio al Protocollo di Kyoto del 1997), il saggio si interroga sul futuro del problema dello sviluppo sostenibile in un contesto di globalizzazione. Si individuano alcune priorità: anzitutto la riduzione della distanza del benessere tra Nord e Sud del mondo e quindi un programma di azione contro la povertà. In secondo luogo una riforma delle regole del commercio internazionale nell'ambito di una più generale regolamentazione delle attività economiche internazionali, e quindi una stretta cooperazione tra le agenzie che si occupano di commercio e di ambiente. Soprattutto, però, l'autore ritiene indifferibile la creazione di una World Environment Organization (WEO), capace di operare in interazione con la World Trade Organization (WTO) e di intervenire in tutti quei casi in cui gli indici di prezzo non si dimostrano in grado di prevenire perdite ambientali irreversibili.
Il ruolo nuovo del "capitale naturale" - di Emilio Di Cristofaro
Molti dei problemi ambientali che affliggono il pianeta dipendono dalla vastità e rapidità dello sviluppo industriale, a lungo basato sul convincimento dell'inesauribilità delle risorse e dell'onnipotenza tecnologica. Oggi si va sempre più affermando l'esigenza di un mutamento radicale nei processi produttivi al fine di ottimizzare l'uso delle risorse. Ciò comporta il superamento del concetto di valore legato al bene di consumo, verso il principio del valore intrinseco del materiale con il quale è stato prodotto. In quest'ottica l'autore - vicepresidente del Gruppo Galgano - , muovendosi all'interno del modello di industrial ecology (che affida cioè allo sviluppo delle tecnologie pulite un ruolo decisivo per lo sviluppo sostenibile), esamina tre principi che dovrebbero guidare i processi produttivi moderni. Anzitutto l'eco-efficienza, che impone alle imprese di rivedere modalità di business, prodotti e processi per ridurre l'impatto ecologico. Poi il lean thinking, per l'eliminazione di tutte le forme di spreco. Infine, nel contesto di un'alleanza tra imprese e consumatori, il principio del servizio a flusso, per garantire al cliente direttamente il servizio di cui ha effettivamente bisogno al posto del prodotto in grado di fornirgli il servizio.
Per l'ecologia una scienza post-normale - di Gianfranco Bologna
Quattro importanti programmi di ricerca internazionale sulla comprensione dei fenomeni di cambiamento globale (l International Geosphere Biosphere Programme, l'Human Dimensions of Global Environmental Change, il World Climate Research Programme e il Diversitas sulla biodiversità planetaria) sono stati riuniti in un unico Earth System Sceince Partnership. L'autore prende spunto da ciò per dimostrare come i migliori risultati per comprendere le problematiche in qualche modo legate al concetto di sostenibilità e alla sua operabilità si ottengano attraverso una convergenza transdisciplinare di riflessioni e ricerche derivanti da discipline diverse. Si sta formando in tal senso nella comunità scientifica una Sustainability Science. Il saggio intende, da un lato, richiamare il quadro concettuale ed epistemologico all'interno del quale essa si muove. Dall'altro, si sofferma sui più rilevanti contributi alla Sustainability Science provenienti da tre ambiti di ricerca: la Earth System Science, l'economia ecologica e la biologia della conservazione.
L'etica di sempre per le eco-professioni - di Franco La Ferla
Lo sviluppo sostenibile poggia su una rete di soggetti dotati di professionalità molto variegate. Dall'analisi dei soggetti che operano per l'ambiente, della dinamica occupazionale del settore, delle figure professionali necessarie e relativa offerta formativa, si ricava che la complessità inerente il processo di sviluppo sostenibile non richiede stravolgimenti nelle professionalità esistenti. Anche i richiami etici per chi lavora per l'ambiente non si discostano significativamente dai principi morali tradizionali, che permettono a ognuno di migliorare la qualità del vivere della nostra società umana.
APPLICAZIONI
IMPRENDITORE / Il futuro è dell'impresa eco-sensibile - di Federico de' Stefani
I valori, la legislazione e il mercato possono far crescere il numero delle eco-imprese. Resta fondamentale il "gioco di squadra" e l'informazione.
FUNZIONARIO PUBBLICO / Non si fa rete senza l'ente pubblico - di Daniela Minetti
Per le politiche di sostenibilità occorrono funzionari pubblici "creativi", capaci di far rete tra i vari enti e soggetti.
COMUNICATORE AMBIENTALE / Anche la vera informazione fa audience - di Simonetta Lombardo
L'informazione ambientale spesso viene gonfiata, quasi fosse una notizia "debole", che per ottenere ascolti deve per forza "impressionare".
CONSULENTE AMBIENTALE/ La professione polivalente "per natura" - di Walter Sancassiani
La figura del consulente ambientale è la combinazione trasversale di saperi e attitudini diverse alla quale è chiesto di tutelare e implementare l'eco-sistema.
Indicazioni bibliografiche
RUBICHE PER AMBITI PROFESSIONALI
Ambiente / Kiev 2003, Documento finale della Quinta Conferenza Internazionale su "Etica e politiche ambientali"
Stili d'impresa e sviluppo sostenibile
Il Documento di Kiev è il risultato della "Quinta Conferenza Internazionale su Etica e Politiche Ambientali" (2 - 6 aprile 2003), che ha visto la presenza di 140 partecipanti, esponenti del mondo imprenditoriale, istituzionale, scientifico, culturale, associativo di 21 differenti Paesi europei ed extraeuropei.
Economia / Il "caso Cirio"
Insolvenza socialmente responsabile - di Alessandro Segale
Premesso un richiamo ad alcuni dei principi fondamentali dell'etica economica, l'intervento ricostruisce il caso della crisi dell'industria agroalimentare Cirio mettendo in evidenza le prassi o le omissioni, di singoli e di gruppi, meritevoli di un giudizio etico. La complessa vicenda, tuttora in corso, viene presentata in modo allegorico, come un Circo Massimo sui cui spalti i poteri istituzionali e il pubblico assistono (ma anche orientano) il comportamento di chi occupa l'arena: imprenditori, risparmiatori e banche, produttori agricoli e finanzieri.
Formazione / Nuove abilità
Le radici antiche della formazione - di Daniele Loro
Nella nostra epoca quando si parla di formazione si fa riferimento alla formazione professionale, spesso rimarcandone la distanza con l'istruzione e la cultura umanistica. In realtà ciò avviene perché oggi, a differenza di quanto avvenuto in epoche precedenti, la dimensione esistenziale dominante è quella economica. L'autore sostiene invece che più la formazione professionale approfondisce il proprio oggetto di indagine e il senso del proprio compito, più rinviene al proprio interno le tracce di una dimensione (più profonda e ricca di quella economica) etica e valoriale, che collocano la formazione professionale sull'orizzonte di una più ampia concezione della formazione, di stampo "umanistico". Nel dare dimostrazione di questo convincimento l'autore si riferisce al pensiero di Gian Piero Quaglino, che intende la formazione come attività educativa incentrata sulla persona e basata su uno sviluppo positivo delle relazioni tra gli attori che la formazione stessa coinvolge.
Sanità / Professioni di frontiera
La bioscienza è una professione? - di Matti Häyry
L'intervento si sviluppa a partire da alcuni interrogativi relativi al ruolo dell'etica nel campi della biologia molecolare, della tecnologia medica e della genetica. Ci si chiede se i bioscienziati abbiano bisogno di un'etica professionale e quale tipo di questioni morali andrebbero eventualmente prese in considerazione nei loro codici professionali. La risposta affermativa dell'autore alla prima domanda è preceduta da alcuni ragionamenti che investono l'identità stessa della categoria dei bioscienziati (se coloro che lavorano in questo campo costituiscano o meno un gruppo professionale). La seconda questione richiama l'attenzione sui diversi possibili modelli valoriali di riferimento per l'elaborazione dei codici etici nel contesto delle bioscienze.
Spazio aperto / Sport
Vizi antichi nello sport moderno - di Ewa Kalamacka
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La sensibilità ambientale sembra trovare, particolarmente negli ultimi anni, sempre maggiore spazio non solo nei programmi di analisi e di ricerca degli addetti ai lavori, ma anche nella percezione dei cittadini comuni. Appare sempre piú diffusa e condivisa, in altre parole, la consapevolezza che il "sistema terra" non è un patrimonio inesauribile, ma, al contrario, una risorsa che si può estinguere. Il cambiamento climatico, l'inquinamento, la scarsità delle risorse idriche, la desertificazione, l'insicurezza alimentare, la perdita della biodiversità, i sempre più frequenti disastri ambientali sono solo alcuni degli elementi che hanno contribuito a questa presa di coscienza.
Appare ancora più rilevante il fatto che quasi unanimemente, ormai, si comprenda che la presente situazione d'incertezza e di pericolo sia imputabile proprio ed esclusivamente a comportamenti non pienamente responsabili dell'uomo. Lo sviluppo e la continuità della vita, sia dei sistemi ecologici sia di quelli sociali, hanno una qualche possibilità di futuro nella misura in cui saranno rispettati e tutelati quei vincoli strutturali che il "sistema natura" da sempre porta con sé. La consapevolezza che le risorse naturali sono un patrimonio da usare con parsimonia esige di porre sotto controllo non solo il modo di produrre ma anche quello di consumare, non solo lo stile di vita individuale ma anche quello collettivo.
La dimensione entro la quale si pone - e si riuscirà a risolvere - il problema della sostenibilità ambientale non può e non potrà che essere globale. Se da una parte è vero, infatti, che non è possibile garantire la tutela del patrimonio ambientale senza mettere in atto comportamenti virtuosi personali, dall'altra non si potrà perseguire con successo l'obiettivo "sostenibilità" se non si punterà tutti insieme - in senso globale, appunto, e trasversale - verso condivise e coerenti strategie operative. Mai come oggi la società contemporanea si trova dinnanzi a una crisi che investe la capacità di fornire risorse e di assorbire ulteriori alterazioni ambientali non di un singolo territorio o di una particolare area geografica, ma dell'intero pianeta.
La questione ambientale, dunque, non è piú riferibile solo al problema dell'inquinamento e dello sfruttamento delle risorse natutali, ma deve assumere una dimensione globale, capace di coinvolgere, sia pure con ruoli diversi e con responsabilità differenziate, tutte le dimensioni della vita sia delle singole persone sia dell'intera collettività, a partire dalle istituzioni pubbliche e dal mondo della politica, fino alle imprese e ad ogni singola professione.
Parlare di sostenibilità oggi significa comprendere le strette interrelazioni che esistono tra ambiente, economia e società. Rispondere alle crescenti emergenze ecologiche e socio-ambientali che colpiscono ora una ora l'altra parte del pianeta non significa solo elaborare mirati interventi compensativi, sia pure integrati e innovativi, ma costruire una società capace di futuro, in grado cioè di rendere migliore la qualità della vita delle presenti e delle future generazioni. Per tutte queste ragioni diventa assolutamente improcrastinabile la creazione di un ente sovranazionale per l'Ambiente (World Environmental Organization, WEO), capace di interagire con la già esistente Organizzazione Mondiale per il Commercio (World Trade Organization, WTO) e di intervenire - riducendo il divario di benessere tra Nord e Sud del mondo e attuando una credibile riforma delle regole del commercio internazionale - per prevenire disastri o abusi ambientali irreversibili, per costruire un nuovo ordine socio-economico dove siano tutelate le diversità e il bene pubblico globale.
Al mondo imprenditoriale e a quello delle professioni è chiesta la responsabilità di mutare radicalmente i processi produttivi, non solo utilizzando tecnologie pulite e ottimizzando l'uso delle risorse, ma creando, soprattutto, una alleanza nuova con il consumatore. In tal modo sarà piú facile ottenere l'eliminazione di ogni forma di spreco e la realizzazione di prodotti a basso impatto ambientale che rispondano - qualitativamente e quantitativamente - ad effettive necessità. Va detto, infine, che i richiami etici che interpellano tutte le professioni affinché realizzino un processo di sviluppo sostenibile non si scostano affatto dai princípi morali di sempre: rispetto, equità, competenza, responsabilità. La capacità di "fare rete", una vivace "creatività" professionale e una corretta informazione contribuiranno a migliorare la qualità del vivere della società umana globale.
I Direttori
Antonio Da Re
Renzo Pegoraro
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Scritto da giorgio il 02/02/2022