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Prefazione
Le origini geografiche dello Shiatsu
Cenni Storici
PRIMA PARTE
Che cosa è lo Shiatsu?
Posizione dei pollici (tavola)
ARTO INFERIORE
Tavola I
QUADRO SINOTTICO
Parte Anteriore - Coscia
Parte Anteriore - Rotula
Parte Anteriore - Gamba
Parte Anteriore - Piede
DESCRIZIONE
Parte Anteriore - Coscia
Parte Anteriore - Rotula
Parte Anteriore - Gamba
Parte Anteriore - Piede
Tavola II
QUADRO SINOTTICO
Parte Posteriore - Coscia
Parte Posteriore - Cavo Popliteo
Parte Posteriore - Gamba
Parte Posteriore - Piede
DESCRIZIONE
Parte Posteriore - Coscia
Parte Posteriore - Cavo Popliteo
Parte Posteriore - Gamba
Parte Posteriore - Piede
ARTO SUPERIORE
Tavola III
QUADRO SINOTTICO
Parte Mediale-Braccio
Gomito
Parte Anteriore - Avambraccio
Parte Anteriore - Mano
DESCRIZIONE
Parte Mediale - Braccio
Gomito
Parte Anteriore - Avambraccio
Parte Anteriore - Mano
QUADRO SINOTTICO
Parte Laterale-Braccio
Parte Posteriore - Avambraccio
Parte Posteriore - Mano
DESCRIZIONE
Parte Laterale-Braccio
Parte Posteriore - Avambraccio
Parte Posteriore - Mano
CRANIO E VISO
Tavola IV
QUADRO SINOTTICO
Parte Posteriore - Cranio
DESCRIZIONE
QUADRO SINOTTICO
Parte Superiore - Cranio
DESCRIZIONE
QUADRO SINOTTICO
Parte Anteriore - Viso
DESCRIZIONE
TORACE
Tavola V
QUADRO SINOTTICO
DESCRIZIONE
ADDOME
Tavola VI Punti Palmari
Tavola VII Grande Quadrante
Tavola VIII Piccolo Quadrante
Tavola IX
QUADRO SINOTTICO
DESCRIZIONE
RACHIDE
Tavola X
QUADRO SINOTTICO
Tratto Cervicale
Spalle
Tratto Dorsale
Tratto Dorso - Lombare
Tratto Sacro - Ileo - Gluteo
Rotazioni e Frizioni
DESCRIZIONE
(paziente in decubito laterale)
Tratto Cervicale
Spalle
Tratto Dorsale
Tratto Dorso - Lombare
Tratto Sacro - Ileo - Gluteo
(paziente prono con le mani sotto la fronte)
Tratto Cervicale
Spalle
Tratto Dorsale
Tratto Dorso - Lombare
Tratto Sacro - Ileo - Gluteo
Rotazioni e Frizioni
SECONDA PARTE
Dialogo preliminare
Ambiente
Abbigliamento
Musica
Lo Shiatsu sul lettino
Svolgimento di una seduta
Meccanismi di azione e ipotesi scientifiche
Shiatsu e Zen
PATOLOGIE
CONTROINDICAZIONI
INDICAZIONI PRINCIPALI
PARESI DEL SETTIMO NERVO CRANICO
SINUSITE
CEFALEA - EMICRANIA
INSONNIA
STIPSI
DIARREA
LOMBALGIA
LOMBOSCIATALGIA
PERIARTRITE - EPICONDILITE
CERVICOBRACHIALGIA
TSUBO
Tavola XI
Tavola XII
Tavola XIII
Durante questi ultimi 15 anni, Enrico Vettori ha prima studiato poi praticato ed infine insegnato il metodo SHIATSU di NAMIKO-SHI. Lo SHIATSU nasce in Giappone 2500 anni or sono. Ha l'età della maggior parte delle pratiche di cura Uomo-Uomo, mano dell'Uomo su corpo sofferente dell'Uomo in India, in Grecia, in Oriente ed in Occidente, ma solo circa alla metà di questo secolo Namikoshi, nome ormai celebrato in Giappone, sistematizza la tecnica. Lo fa scegliendo tra tutte le pratiche della tradizione popolare quelle che si prestavano di più ad essere descritte, che avevano una più costante risposta terapeutica e che in ultima analisi erano le più semplici da apprendersi.
È quasi leggendario e molto commovente il motivo della vocazione di Namikoshi che con le sue mani lenisce le sofferenze di sua madre tormentata dai dolori per essere passata da un clima caldo ad uno freddo ed umido per il trasferimento obbligato di suo marito.
In realtà la pratica della cura per mezzo delle mani è stata sempre così diffusa in Oriente che è probabilissimo che questa storia sia vera.
La tenacia e la serietà con cui da parte di molti, spesso brutalmente contrastati, sono stati portati avanti lo studio e l'applicazione della cosiddetta medicina alternativa, ha fatto sì che oggi parlare di Shiatsu non susciti più né ironia né incredulità, ma al massimo una fattiva curiosità.
Le scuole si sono moltiplicate e solo in parte sono dirette agli «addetti ai lavori», cioè operatori nel campo sanitario. Questo naturalmente è discutibile soprattutto perché offre un facile aggancio ai nemici delle pratiche terapeutiche orientali pronti sempre ad etichettarle in massa come ciarlataneria.
Il problema è molto vasto e riguarda certe forme di libertà che forse non è permesso discutere, ma la mia formazione accademica occidentale mi permette di riconoscere e propugnare questa tecnica grazie ai risultati delle ricerche di neurofisiologia che la riguardano e agli indiscutibili dati statistici sui risultati ormai così sicuri da acquistare una rilevanza assolutamente significativa.
In altre parole l'applicazione della terapia Shiatsu qualora sia eseguita in base ad una prescrizione indiscutibile, con la tecnica corretta con una obiettività scevra da ogni tentazione miracolistica si è rivelata un ausilio veramente prezioso nella terapia del dolore e come supporto non marginale alla risoluzione di quadri patologici che si esprimono ad esempio con emicrania, insonnia, stipsi.
Come tutte le terapie globali e. che riguardano direttamente il contatto con la mano umana curante con il corpo umano malato è perfettamente inutile aspettarsi descrizioni e ricettazioni precise al millesimo.
Ripeteremo a rischio di essere noiosi che in questo tipo di approccio terapeutico il curante si confronta con il malato e non con la malattia e che perciò schemi, diagrammi, larghezze in centimetri, profondità in millimetri possono avere solo una utilità indicativa.
La manovra curativa nei suoi particolari e nella sua evoluzione sarà messa a punto volta per volta, malato per malato dopo un colloquio iniziale di prima conoscenza a cui dovranno far seguito scambi di notizie e dialoghi ripetuti ad ogni incontro.
È inesatto pensare che lo Shiatsu sia una manovra puramente passiva come può sembrare ad un osservatore superficiale. Mi sia concesso di dire che sottoporsi ad una terapia Shiatsu richiede all'inizio quello che si può definire un piccolo «gesto di fede» attivo. Il paziente si affida, si consegna al terapista ma non resta inerte, anzi come dicono i maestri Shiatsu orientali: «Non è il terapista ad appoggiarsi sul paziente ma viceversa».
Per rimanere in un ambito del tutto realistico e il più possibile rispettoso delle incredulità occidentali sarà bene che il terapista conosca alla perfezione l'anatomia e la fisiologia dell'organo cutaneo attraverso cui agisce, le basi dell'attività nervosa riflessa, il percorso dei fasci nerveo-vascolari, le sedi delle stazioni linfonodali e quanti altri punti di repere si possono identificare sotto la cute. Questo forse potrà risultare offensivo per i terapisti più preparati che hanno studiato nei corsi di formazione l'anatomia e la fisiologia, ma può non essere superfluo per quanti, e sono malauguratamente un buon numero, affrontano la pratica terapeutica direttamente.
Lo Shiatsu richiede pazienza ed onestà forse più di molte altre tecniche terapeutiche. Il terapista veramente preparato sa dire in genere dopo alcune sedute (non più di due o tre) se c'è una speranza che la cura sia efficace o no. Perciò difficilmente potranno configurarsi situazioni di rapina come purtroppo si verificano non di rado in altri campi terapeutici. Il paziente sarà costantemente informato sull'efficacia della manovra terapeutica e potrà collaborare con il terapista per deciderne la prosecuzione .
Tutto questo e «last but not least» l'assoluta innocuità della tecnica correttamente applicata, fanno entrare di diritto lo Shiatsu nel bagaglio terapeutico di moltissimi ambiti della medicina.
Giuseppina Salvatori
Professore Associato di Medicina Fisica e Riabilitazione dell'Università di Roma "La Sapienza"
Scritto da Isabella il 07/04/2022
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