Questo libro prende per mano il lettore e lo accompagna in un viaggio alla scoperta della paura e delle illusioni della mente
Nel libro si fa riferimento allo Zen, agli insegnamenti spirituali, alla mitologia e agli archetipi, alla psicologia, e al buon senso.
Si parte dal presupposto che bisogna mettere ordine al Caos, chiamare le cose con il loro nome, riconoscere la situazione e individuare la vera causa di stress, paura e ansia. Qual è il vero motivo che ci impedisce di scalare come vorremmo?
Questo non è un manuale, non è una ricetta, non c'è un programma da seguire e non c'è qualcuno che dice cosa fare, ma è come un cartello indicatore, indica un punto di vista, offre spunti di riflessione, spinge a farsi domande, invita a cercare delle risposte.
Allo stesso tempo, ha la pretesa di voler punzecchiare le coscienze degli arrampicatori, spingendo il lettore ad affrontare alcuni argomenti tabù del mondo dell'arrampicata. In particolar modo, tutte quelle cose non dette, che riguardano l'aspetto sociale dell'arrampicata, e che sono intrinsecamente legate ai risultati e alle prestazioni, all'identificazione col grado, e alle varie sfaccettature dell'Ego.
… così l'arrampicata diventa la metafora di un viaggio di crescita personale, come un viaggio catartico, come strumento per conoscere se stessi, riconoscere i propri limiti e le proprie paure.
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020