Oggi più che mai, abbiamo tutti bisogno di sapere cosa convenga fare per conservare la nostra salute e quella dei nostri cari, ma più ancora abbiamo bisogno di conoscere i più elementari accorgimenti, necessari a prevenire i mali e come agire quando si sia già caduti nello stato di malattia.
Per quanto l'approccio farmacologico ci abbia abituati a pensare che ogni malattia nasca da un attacco esterno al soma, la cosiddetta “noxa patogena”, oppure da un difetto del funzionamento del corpo, io penso che, salvo il caso delle malattie conseguenti a traumatismi, siano sempre più frequenti quelle che hanno come causa primaria una disarmonia mentale.
Aristotele diceva: L'anima dà forma al corpo.
Penso che questo insegnamento del grande filosofo racchiuda in sè una saggezza mai superata. Ne consegue anche, sul piano della logica, che quando il corpo si ammala, ci possano essere cause più profonde di quelle somatiche, che la fisiopatologia medica solitamente si limita a considerare.
Spesso, quando il nostro corpo si ammala, se vogliamo andare veramente alle radici del problema e quindi impostare una terapia eziologica e non soltanto sintomatico-palliativa, dovremmo rivolgere la nostra attenzione e la nostra analisi anche sui piani psichico e spirituale.
Il Prof. Robert Enright, psicologo statunitense e docente di Psicologia Educativa all'Università di Madison, nello Stato di Wisconsin (USA), ci dimostra che l'ira, l'odio, il risentimento e ogni rifiuto di perdono sono la causa profonda di un'infinità di nostri disturbi, dapprima funzionali e poi chiaramente organici.
Che il suo insistito insegnamento di come il perdono sia una scelta e il solo modo per rimuovere veramente lo stato d'ira e ristabilire la speranza e la salute interna, nel profondo di sè, ci dovrebbe trovare tutti d'accordo, ma abbastanza spesso, la nostra orgogliosa razionalità, accompagnata da un'impulsiva reazione emotiva, rifiuta di accettare questo stringente invito.
Parte I - IL PERDONO È UNA SCELTA
Capitolo 1 - IL PERDONO: Un percorso verso la libertà
Siete adirati?
Siete in cerca di un perdono condizionato?
Il perdono è un processo
I terapeuti osservano i benefici della scelta di perdonare
Gli scienziati valutano gli effetti della scelta di perdonare
State cercando di liberarvi da prigioni emotive?
Post scritto su Mary Ann
Note
Capitolo 2 - COSA È... E COSA NON È IL PERDONO
Definizione di perdono
Il perdono è più che
Il perdono non è
Risposte ad alcune domande
Note
Capitolo 3 - PERCHÈ PERDONARE... E LE CONSEGUENZE DEL NON PERDONARE
Ira che deve essere modificata
Ira e salute
Ira, sempre più ira
L'ira e le disfunzioni familiari
Ira e danni comunitari
Soluzioni temporanee all'ira temporanea
Ira e perdono
Note
Parte II - LO SVILUPPO DEL PERDONO
Capitolo 4 - MAPPA E STRUMENTI PER IL VOSTRO VIAGGIO
La mappa
Gli strumenti: tenere un diario
Preparazione
Note
Capitolo 5 - RICONOSCERE LA VOSTRA IRA
Come avete evitato di affrontare l'ira?
Avete affrontato la vostra ira?
Note
Capitolo 6 - AFFRONTARE LA PROFONDITÀ DELLA VOSTRA IRA
Avete paura di mostrare la vostra vergogna e la vostra colpa?
L'ira ha influito sulla vostra salute?
Siete ossessionati dalla ferita subita o da chi vi ha offeso?
Paragonate la vostra situazione a quella di chi vi ha offeso?
La ferita ha causato un cambiamento permanente nella vostra vita?
La ferita ha cambiato la vostra visione del mondo?
Note
Capitolo 7 - IMPEGNARSI A PERDONARE
Decidere che quanto avete finora fatto non ha funzionato
Essere disponibili ad iniziare il processo del perdono
Decidere di perdonare
Note
Capitolo 8 - AMPLIARE LA PROSPETTIVA
Abbellire una storia
Assumere una prospettiva personale
Assumere una prospettiva globale e cosmica
Mettere insieme i pezzi
Note
Capitolo 9 - COSTRUIRE SENTIMENTI, PENSIERI E COMPORTAMENTI POSITIVI
Lavorare sulla compassione
Accettare il dolore
Fare un regalo a chi vi ha offeso
Note
Capitolo 10 - SPERIMENTARE LA SCOPERTA E LA LIBERAZIONE DALLA PRIGIONE EMOZIONALE
Scoprire il significato della sofferenza
Scoprire il vostro bisogno di perdono
Scoprire che non siete soli
Scoprire lo scopo della propria vita
Scoprire la libertà del perdono
Note
Capitolo 11 - DIRE: “TI PERDONO”
Chi ha offeso si è scusato e ha chiesto perdono
Chi ha offeso non ha chiesto scusa nè perdono, ma la colpa è stata stabilita al di là di ogni ragionevole dubbio
La relazione tra chi ha offeso e chi perdona è interrotta ed entrambi sono adirati
L'offesa è avvenuta molto tempo fa e chi ha offeso non fa più parte della vita di chi perdona
Chi ha offeso non pensa che chi perdona abbia subito un'offesa
Forme false di “ti perdono” e di “ti chiedo di perdonarmi”
Note
Parte III - ANDANDO PIÙ IN PROFONDITÀ
Capitolo 12 - ULTERIORI DOMANDE PER AIUTARVI A PERDONARE
Come faccio a sapere che ho perdonato in modo autentico?
È egoistico perdonare per un mio vantaggio?
Il perdono mi farà dimenticare?
Il perdono mi aiuterà a dimenticare?
Dovrei reprimere i miei sentimenti di ira?
Dovrei perdonare subito dopo essere stato ferito o dovrei attendere?
Come posso perdonare un'istituzione?
Posso perdonare gli aspetti imperfetti di me stesso?
Posso perdonare un disastro naturale?
Quanto spesso dovrei fare il lavoro sul perdono?
Quanto tempo ci vuole per provare sollievo emotivo?
Note
Capitolo 13 - AIUTARE I BAMBINI A PERDONARE
Cosa pensano i bambini del perdono
Favorire la comprensione dei bambini attraverso le storie
Favorire la comprensione degli adolescenti attraverso le storie
Incoraggiare emozioni morali nei bambini e negli adolescenti
Lavorare su comportamenti di perdono e di carità
Cosa può insegnare il vostro comportamento
I vostri figli sanno che li amate?
Il perdono come stile di vita in famiglia
Note
Capitolo 14 - DESIDERARE DI ESSERE PERDONATI
Indicatori per l'attesa di essere perdonati
Ci sono forme false di desiderare il perdono?
Può essere sbagliato accettare il perdono?
Note
Capitolo 15 - RICONCILIARSI
Fiducia
Comunicare apertamente e riscrivere il contratto
Ripristinare la giustizia
Diane ed Ellen: un esempio di come coordinare il perdono, ricevere il perdono e riconciliarsi
La vostra situazione
Note
«Una donna adirata può divorziare dal marito, prendersi i figli, intascare i soldi dei beni comuni, lasciare la città, risposarsi e iniziare una nuova vita. Ma se non perdona, potrebbe soffrire di problemi legati al continuo risentimento e contagiare i suoi figli influendo sulle loro future relazioni e sulla loro vita emotiva per decenni». Ad affermarlo è Robert Enright, pioniere degli studi scientifici sul perdono come processo, nel libro “Il perdono è una scelta” (ed. Salus Infirmorum).
Che il perdono sia una cosa seria lo dicono ormai oltre un migliaio di studiosi, che stanno cercando di capire come le persone perdonino e in che modo questa scelta influisca sulla salute psicofisica. Enormi sarebbero i vantaggi della scelta di perdonare in tutti gli ambiti della vita sociale: famiglia, lavoro, scuola. Una serie di circoli virtuosi che vanno da un miglioramento della qualità della vita a livello personale, al perfezionamento delle relazioni interpersonali a tutti i livelli.
Ma che cosa implica il perdono? Non è condonare, cioè rassegnarsi all'abuso soffrendo in silenzio. Non è scusare qualcuno, pensando non valga la pena di litigare per l'offesa o fingendo che non ci sia stato fatto del male o che chi ci ha offeso non intendesse realmente farlo. Non è dimenticare. Non è nemmeno giustificare o calmarsi. È piuttosto un processo che implica ridurre o eliminare sentimenti, pensieri e comportamenti negativi verso chi offende, sviluppando l'esatto contrario.
Come si fa a perdonare? È un lavoro duro e spesso doloroso: ciascuno ha bisogno del suo tempo. Di solito si perdona passando attraverso quattro fasi. La prima consiste nel rivelare il nostro disagio, alzando il livello di consapevolezza. Rendersi conto di essere adirati può fare molto male. D'altronde perdonare non è fingere che non sia successo nulla o nascondere il dolore. Se abbiamo sofferto, è bene essere sinceri con noi stessi.
La seconda fase implica la decisione di perdonare. È importante per fornire poi l'impegno necessario che ci porterà gradualmente a girare le spalle al passato, a guardare al futuro e ad essere determinati a continuare, perché non è un processo facile.
La terza fase consiste nel lavorare sul perdono. Decidere semplicemente di perdonare non basta. Occorre compiere anche azioni concrete per perdonare realmente. Significa lavorare sulla compassione, e per usare il linguaggio biblico «vincere il male con il bene».
Infine, la quarta fase porta a liberarsi dalla prigione emotiva in cui ci si rinchiude quando si è incapaci di perdonare e si prova rancore, risentimento e ira. La chiave che restituisce la libertà è per l'appunto il perdono, che implica proprio «il lasciarsi andare». Questo ci farà sentire meglio, e si sentirà meglio anche chi ha sbagliato contro di noi e riceverà il nostro “dono”. Provare per credere.
molto interessante, da leggere e meditare
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020
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