“La maturità dell’uomo significa avere ritrovato la serietà che si metteva nel gioco da bambini” Nietzsche (Al di là del bene e del male) Forse è in quel desiderio di gioco che si rintracciano i perché di questo libro, o meglio di questo collage di esperienze di un gruppo di operatori del sociale.
Non ci sono i bambini, ma gli adolescenti. C’è la serietà di un vissuto quotidiano con i ragazzi a condividere apprendimenti del loro essere adolescenti oggi, dei sogni, delle improvvise accelerazioni verso domani e delle repentine frustrazioni, dei rischi corsi, che non si sa di correre o che si vorrebbe correre.
Ci sono gli adulti che echeggiano il bisogno di comprendere e a volte di afferrare una volta per tutte il “mestiere” di genitore, di insegnante, di educatore, di animatore. Non ci sono precisi riti o ricette per indossare le vesti di un ruolo, ma tanti dubbi e interrogativi che mai completano gli orizzonti del sapere essere, solo ci offrono al libertà di esplorare il nostro incontro umano e se si vuole educativo, didattico e altro.
Un incontro non definitivo, fatto di corpi, adulti ed adolescenti, che interagiscono e si esprimono, vicendevolmente, quali basi conoscitive da recuperare negli archivi della nostra società “intelligente”; fatto di dialoghi e di confronti non scontati in fatto di ruoli, ragazzi che si fanno formatori ed educatori verso i loro coetanei per parlare del rischio,e delle sue condotte, alla propria età. Il corpo, l’età adolescente, il rischio: tre ingredienti di una commedia umana sulla quale ognuno di noi, come su una corda tesa, muove i passi incerti della sua esistenza.
Attraverso queste pagine si esprime il desiderio di incontrare l’interesse di tutti gli adulti, genitori, insegnanti ed educatori quotidianamente impegnati a confrontarsi con i ragazzi per la tutela e la promozione della loro salute e della comunità sociale nel suo complesso.
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Scritto da Isabella il 07/04/2022