Questo piccolo manuale vi guiderà in modo semplice e divertente alla realizzazione e alla cura di un orto-giardino sul balcone, un piccolo spazio di ristoro attraverso cui ridurre l'impatto ambientale della vostra famiglia e autoprodurre aromi, piccoli frutti, verdure ed erbe.
Oltre a offrirvi tutte le indicazioni necessarie per la coltivazione naturale e biologica, vi insegnerà a realizzare con materiali di recupero vasi, compostiere, semenzai, mangiatoie.
Un ampio spazio è poi dedicato al birdgardening e alle altre pratiche volte ad accogliere e nutrire la piccola fauna che resiste nell'ambiente cittadino, in particolare farfalle, uccelli e pipistrelli.
Il testo si chiude con una carrellata sulle «esperienze verdi» condotte virtuosamente in diverse località italiane, che possono costituire una fonte di ispirazione per il miglioramento della qualità della vita nei nostri centri urbani.
Orti sospesi è dedicato a tutti coloro che desiderano ritrovare un contatto con la terra pur vivendo in città e credono nel valore di pratiche di vita e di consumo più sane, equilibrate e rispettose.
La nascita di orti su balconi, terrazzi e tetti in città è un fenomeno ormai diffuso a tutte le latitudini e in tutte le fasce climatiche del pianeta. Basterà passeggiare con il naso all'insù, anche in un'affollata megalopoli, per accorgersi che al posto delle tradizionali piante ornamentali, o accanto a esse, si fanno strada le più saporite piante ortive, aromatiche e da frutta.
Le potenzialità di un balconcino, anche di dimensioni risicate, sono davvero eccezionali: ottimizzando lo spazio a disposizione e applicando le cure necessarie alle piante, si otterrà un'autoproduzione ortofrutticola tutt'altro che modesta e un angolo bucolico sospeso sulla città. Su un terrazzo di dimensioni più ampie o un tetto di copertura, è addirittura possibile produrre abbastanza cibo da soddisfare il fabbisogno di una famiglia.
I vantaggi sono numerosi, e spaziano dall'indice positivo nel bilancio familiare alla genuinità comprovata della verdura che finisce in pentola.
Eppure, a mio avviso, a spingere tanti cittadini a coltivare un orto in balcone è un sentimento più profondo; il poeta cinese Tao Yuanming (365-427 d.C.), della dinastia Jin, disse: «Per coltivare la mia natura, sono tornato nel giardino».
E chi dice che non sia possibile riuscirci anche se il giardino è piccolo, pensile e in piena città?
Quante cose possiamo imparare di noi stessi e del mondo sull'angusto balcone di casa! Quanti piccoli risvegli ci riserverà il nostro «orto sospeso» a pochi metri dal trambusto cittadino: attendere con pazienza il germogliare dei semi, imparare ad ascoltare i ritmi naturali e apprezzare la stagionalità dei frutti, ci aiuterà a tornare con i piedi per terra, in contatto con noi stessi e con la natura.
Lavorare e investire energie per «conquistare» il nostro cibo (anziché il denaro che ci consente di comprarlo) è un piccolo gesto di semplicità volontaria che ce ne farà apprezzare il valore e il sapore, e che finirà per cambiare anche il nostro modo di fare la spesa. Nessuno che abbia avuto il privilegio di gustare i pomodori cresciuti sul proprio balcone durante l'estate, si rassegnerà all'insapore bacca rossa pasciuta in serra in pieno inverno e venduta in una confezione sigillata al supermercato.
Non si tratta di coltivare per la propria sussistenza, ma per la cura di sé attraverso da un lato l'educazione a un'alimentazione più genuina, dall'altro un'attività gratificante che restituisca valore al nostro cibo e bellezza e respiro alle nostre città.
Ecco perché il testo non si limita a fornire le indicazioni su come coltivare gli ortaggi in vaso: il lettore sarà guidato nell'allestimento di un più articolato orto-giardino sospeso, un grazioso e saporito balcone commestibile in cui troveranno posto fiori colorati e profumati – e quasi sempre commestibili – accanto a ortaggi coltivati in vaso, rifugi per uccelli e piante capaci di dare ospitalità alle farfalle.
L'intento di questo libro, dunque, non è soltanto quello di insegnare a sistemare correttamente una pianta nel vaso e prendersene cura, ma di fornire tutte le indicazioni utili a progettare una piccola oasi di biodiversità, in cui ogni elemento (ortaggi, fiori, aromatiche, microfauna cittadina) viene fatto interagire con gli altri, innescando una sinergia capace di riabilitare un piccolo lembo di città, per il piacere dei nostri sensi e della nostra anima!
Balconi, terrazzi, tetti e davanzali sono soglie, luoghi a metà strada tra l'interno e l'esterno della casa. Oserei dire che il balcone è una «atipicità» nella nostra abitazione, un «non luogo»: né dentro né fuori, né urbano né campestre. Allestirlo non è come arredare il soggiorno o la cucina, la cui destinazione d'uso è già decisa. Per il balcone abbiamo carta bianca! Possiamo scegliere di farne un'appendice dell'appartamento, per ricavare una sorta di ripostiglio, oppure possiamo darci a sperimentazioni più ardite, come realizzare un balcone verde!
L'artista-architetto ecologista Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), precursore della bioarchitettura e inventore dei tetti verdi, nel suo manifesto Che tutto sia ricoperto di vegetazione (1980) elencava i vantaggi di ospitare la vegetazione su pareti esterne, finestre e balconi degli edifici abitativi. Tra questi indicava l'arricchimento di ossigeno nell'aria, la riduzione della polvere (che viene fissata dalle piante sulle foglie e poi lavata via dalla pioggia), la riduzione dell'inquinamento acustico (le piante attutiscono infatti suoni e rumori), il miglioramento climatico mediante la riduzione degli sbalzi di temperatura e il ripopolamento delle farfalle, la cui sopravvivenza in città è gravemente minacciata.
Scritto da giorgio il 02/02/2022