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Riguardo le nuove generazioni è ormai di uso comune sostenere che è stato loro rubato il futuro, ma per il combattivo «prete da marciapiede» di Genova il futuro, ai giovani, più che rubarlo, glielo stanno uccidendo, con il rischio quindi che non sia più possibile restituirglielo prima di almeno due o tre generazioni.
Questo libro mostra un don Gallo diverso dal solito, molto documentato e alle prese con concetti molto concreti quali la strategia della Fiat e del suo manager Sergio Marchionne, il rating, il debito sovrano, le deindustrializzazioni, la finanza, la globalizzazione e i vari indici sociali ed economici degli ultimi 150 anni, cioè in pratica dall’Unità d’Italia, messi in rete dall’Istat. Sono gli indici che mostrano con chiarezza come qualcosa, in quello che era il Belpaese, si sia rotto a partire dagli anni Ottanta.
«Giovani, incazzatevi!», ripete più volte don Gallo nel libro, e con ragione. Nel 2011 hanno fatto sensazione la primavera araba, la rivolta inglese di Tottenham e l’inizio del movimento degli Indignados, sfociato come un fiume anche negli Usa a partire da Wall Street, ancora oggi l’ombelico del mondo della finanza. «Quella finanza che ha distrutto l’industria e umiliato il lavoro», sottolinea don Gallo, facendo notare che le potenziali Tottenham non mancano neppure in Italia.
Non uccidete il futuro dei giovani è un appello appassionato a indignarci in massa perché per i nostri giovani ci possa essere una primavera italiana.
Scritto da Isabella il 07/04/2022