Ciclicamente affascinato dall’ideale del «ritorno alla natura», come reazione al «logorio della vita moderna», negli ultimi decenni il mondo «civilizzato» si è accorto di un particolare frutto che ha rappresentato per secoli la base dell’alimentazione delle popolazioni indigene dell’Amazzonia: la noce del Brasile o noce del Parà o noce amazzonica (questi sono solo alcuni dei nomi con i quali viene chiamate nel mondo).
L’albero da cui proviene possiede caratteristiche assolutamente fuori dal comune, come spesso avviene a ciò che cresce a determinate latitudini: può vivere per secoli, raggiunge anche 80 metri d’altezza, impiega circa 50 anni prima di dare i primi frutti che hanno bisogno poi di 15 mesi per maturare, il suo ecosistema e il ciclo riproduttivo sono qualcosa di unico, dal punto di vista botanico, e affascinante.
La triangolare noce marrone, che sempre più spesso troviamo sulle nostre tavole all’approssimarsi delle festività natalizie, è in realtà uno dei 12 o più semi contenuti nel vero e proprio frutto di quest’albero, somigliante a una grande noce di cocco.La polpa bianca e carnosa di tali semi-noci è una vera «bomba proteica» – una sola noce contiene una quantità di proteine pari a tre uova – priva di colesterolo, è una miniera di aminoacidi essenziali, cioè necessari al nostro corpo in quanto esso non è in grado di produrli, di vitamine – soprattutto la E – e ha la più alta concentrazione di selenio presente in natura. Quest’ultimo è un potente antiradicalico, impedisce cioè ai radicali liberi di portare troppo in avanti le lancette dell’orologio biologico delle cellule: un po’ della longevità della svettante pianta amazzonica può quindi essere nostra attraverso i suoi curiosi semi!
A seguito di decennali studi botanici e chimici su quest’albero e il suo frutto, testimoniati da un fiume di pubblicazioni scientifiche e da una messe di articoli su prestigiose riviste specialistiche – la bibliografia è incredibilmente vasta –, esce questo libro che è il primo a carattere divulgativo sulla Bertholletia Excelsa – tale il nome scientifico – e sui benefici che la sua noce può donare alla salute.
Notizie inedite, curiose, botanica, chimica, ecologia (lo sfruttamento della noce del Brasile è uno dei pochi eco-sostenibili per la foresta amazzonica) e... culinaria sono gli argomenti per far scoprire e conoscere ai lettori quello che può diventare il nostro quotidiano integratore dietetico naturale, capace non certamente di regalarci l’eterna giovinezza, purtroppo, ma sicuramente in grado di evitarci una vecchiaia anticipata.
Scritto da giorgio il 02/02/2022