La medicina che non guarisce

Meno si è informati, più ci si affida alla medicina. Un fenomeno su cui i medici stessi hanno richiamato la mia attenzione. Nel corso di conversazioni, scambi epistolari e informazioni confidenziali, questi ultimi mi hanno infatti illuminato sulle dimensioni assunte dal dilagare delle terapie superflue.

Quel che ne consegue è che sistematicamente la gente viene sottoposta a procedure mediche che non si rivelano di alcuna utilità, e di sicuro chiunque legga queste righe ha già avuto, o avrà comunque modo, di sperimentare sulla propria pella una qualche cura del tutto inconcludente.

Scopo delle mie argomentazioni non è certo negare i moltissimi meriti della medicina, a me del resto ben noti: per quanto riguarda, infatti, non eisterei a ricorrevi. Tuttavia non gioverebbe a nessuno ignorarne il lato nocivo solo in virtù di quanto di buono essa ci offre. non a caso, le ricerche  e i risultati che propongo in questo libro nascono proprio dall'appello dei medici affinchè la medicina progredisca soltanto dopo aver corretto i propri errori, appello a cui non posso che unirmi.

Una visione realistica della scienza medica ci preserva inoltre dal riporre in essa delle aspettative esagerate, tanto più che in molti casi ogni singolo individuo, nel suo piccolo, può fare per la propria salute assai più di quanto non possa la medicina moderna.

L'invecchiamento della società ci costringerà immancabilmente a un uso sempre più scrupoloso delle risorse della medicina. In Germania nessuna fascia demografica cresce infatti tanto rapidamente quanto quella dei centenari, e si calcola che nel 2050 un terzo della popolazione avrà oltre 60 anni: dati da cui si evence che non vi sia altra scelta che migliorare la cura del singolo. Non potremo e non vorremo più permetterci ciò che in medicina è superfluo, inutile, dispendioso, e relativamente alla distribuzione di farmaci e di terapie non dovrà più esistere alcuna competizione di natura economica.

Più si è informati, meno ci si affida alla medicina: questa è, allora, la buona novella del presente testo.

Jorg Blech