Un libro per pedagogisti, educatori dell'infanzia e genitori che vogliano capire e favorire la rivoluzione epocale che sta avvenendo sotto i nostri occhi.
L'avanzare della tecnologia è talmente rapido da provocare mutamenti impensabili solo vent'anni fa. Il problema che si presenta è: Come farà la scuola tradizionale a innestare i nuovissimi strumenti sulle solite vecchie modalità? Bambini seduti in silenzio e adulti parlanti? Interrogazioni a sorpresa e continua competizione? Non sarà che rischiamo una collusione senza precedenti?
Il progetto Montessori può costituire la base più sicura per ottimizzare il cambiamento, permettendo di inglobare le nuove tecnologie nel lavoro educativo in modo che aiutino e non siano d'intralcio allo sviluppo dei nostri abitanti del futuro. L'approccio montessoriano alle tecnologie, nei periodi fondamentali per lo sviluppo della personalità dei nostri bambini, li prepara per un mondo in cui le tecnologie saranno sempre più pervasive.
Oltre a dover prima di tutto rovesciare la qualità relazionale nel fare scuola – quindi modificare il pensiero degli adulti, le loro abitudini, il linguaggio, la sfiducia con cui si rivolgono a bambini e a ragazzi – è fondamentale definire confini netti tra i "piccoli" e la tecnologia: i bambini della seconda infanzia devono essere protetti da dispositivi che escludono in partenza l'esperienza manuale/sensoriale.
Dobbiamo salvaguardare il loro graduale passaggio da una vita inconscia alla capacità di cominciare a dominare la realtà quotidiana. La falsa credenza che "prima imparano a usare i cellulari e tablet e più saranno intelligenti" deve essere sfatata. Come denunciano coordinatrici e educatrici di Nido, cominciano già a due anni, abilissimi a utilizzare gli smartphone a danno di altre abilità di base, manuali e creative.
Prefazione
1. Perché parlare di Montessori e nuove tecnologie?
1.1 A chi si rivolge
1.2 Cosa vi potete aspettare
1.3 Cosa invece non tratteremo
1.4 Attenzione! Pericolo
1.5 Prima di cominciare, mi presento
Ringrazio
E offro risorse a supporto
2. Maria Montessori e la tecnologia
2.1 Ricapitolando
3. Quali sono queste “nuove tecnologie”?
3.1 Ricapitolando
4. Un'età per la tecnologia
4.1 Le incredibili abilità dei bambini
4.2 Ricapitolando
5. Mente e tecnologia, mente e Montessori
5.1 I tempi del cervello
5.2 Il movimento
5.3 Le mani
5.4 La voce delle cose
5.5 La scrittura manuale
5.6 La lettura
5.7 Il significato delle azioni altrui
5.8 Vedere, guardare, riconoscere
5.9 L'immaginazione
5.10 Attenzione e concentrazione
5.11 La memoria
5.12 Gestire situazioni nuove
5.13 Ricapitolando
6. Nuove tecnologie: un materiale Montessori in più?
6.1 Un esempio in negativo
6.2 Ricapitolando
7. Il paradosso del futuro
7.1 Noi insegniamo, ma gli innovatori li abbiamo davanti
7.2 I buoni voti non implicano un lavoro migliore
7.3 Ricapitolando
8. Che cosa serve ai ragazzi per affrontare il futuro?
8.1 Ricapitolando
9. La scuola come dovrebbe rispondere?
9.1 Navigazione a vista
9.2 Rifiuto filosofico
9.3 Ordine nelle priorità
9.4 Ricapitolando
10. Le paure degli adulti
10.1 Le paure legittime ma ignorate
10.2 Ricapitolando
11. L'orizzonte tecnologico limitato degli adulti
11.1 Ricapitolando
12. Tiriamo le fila
12.1 Per fasce d'età
13. In pratica, che cosa posso fare?
13.1 Quali risorse per l'insegnante?
13.2 La classica “ricerca”
13.3 Il lavoro multimediale
13.4 Un tablet alla Casa dei Bambini
13.5 Gli “amici di penna” elettronici
13.6 Il mondo e la geografia
13.7 I videogiochi
13.8 Creare una mini Wikipedia
13.9 Imparare a programmare
13.10 La robotica
13.11 “Internet è per sempre” e altre avvertenze
14. Materiali e riferimenti
14.1 Una breve bibliografia
14.2 Altri articoli
14.3 Software
Il lavoro di Mario Valle è in primo luogo un'ottima esposizione del pensiero di Maria Montessori, questa signora venuta dalla fine dell'Ottocento, a lungo considerata un rudere (come il grande Pestalozzi), un fossile (come il coraggioso Fröbel), superata dalle mode venute con gli stili super-competitivi d'oltre Atlantico e oggi, improvvisamente, diventata di moda. Fa bene Valle a confrontarla con il presente che si trova nella morsa di minacce planetarie, politiche confuse da un continente all'altro e genitori in preda come mai ad ansie di successo.
Abbiamo dimenticato il passato che lei, inascoltata, aveva in parte preparato, così come abbiamo ignorato il contenuto libertario, laico, rispettoso dei ragazzi, proclamato da Dewey, Adler, Wallon e, prima ancora, dagli innovatori del BIE di Ginevra (Ferrière in testa) e dalle voci degli anni '50/'60 – Lamberto Borghi, Aldo Capitini, Rita Fasolo, Margherita Zöbeli, Aldo Pettini e Pino Tamagnini, allievi di Freinet.
Non ultimo, don Milani. Sono stati a volte tollerati come punte di diamante per fare… bella figura, in realtà per non cambiare nulla. I soliti gattopardi. In realtà voci, al pari di Montessori, considerate pericolose dai ministeriali di viale Trastevere, come dai politici, dai cittadini e dalle famiglie nel soporifero clima democristiano che ha accompagnato il boom economico del secondo dopoguerra. Del resto la paura ancestrale del cambiamento riaffiora ad ogni novità: anche Valle ce ne parla con acute considerazioni. Ora però l'avanzare della tecnologia è talmente imponente e rapido da provocare improvvisi mutamenti, impensabili solo vent'anni addietro: un vero ciclone. Il problema che si presenta è: come farà la scuola (tradizionale) a innestare i nuovissimi strumenti sulle solite vecchie modalità (bambini seduti in silenzio e adulti parlanti, interrogazioni a sorpresa e continua competizione)?
Non sarà che rischiamo una collusione senza precedenti?
Il fallimento non potrebbe essere che macroscopico e dannoso per chiunque, se il sistema continuasse ad essere radicato sul binomio emulazione/valutazione, su chi è bravo e chi il perdente o l'incerto che facilmente finiscono nella categoria dei BES, isolati dai compagni e destinati a umilianti recuperi. È l'annoso sistema che produce i bulli e le sue vittime silenziose, per rimediare al quale oggi si mandano nelle scuole a far lezione i… poliziotti. È più semplice che rimuovere la radice malata, no?
Un'amica mi racconta che nella scuola dove va un suo nipotino di sei anni è stata introdotta una speciale lavagna (una LIM?), davanti alla quale i bambini sono condotti una volta la settimana. Uno di loro è stato messo in castigo per essersi alzato e averla toccata. “La maestra dice che lui è il solito, non sa stare mai fermo”, ha detto il nipotino.
Per prima cosa urge rovesciare (sempre che ci sia il tempo reale per farlo) la qualità relazionale nel fare scuola (cui del resto tanti, alla chetichella e per proprio conto, sono già arrivati). Questo comporta modificare il pensiero degli adulti, le loro abitudini, il linguaggio, la sfiducia con cui si rivolgono a bambini e a ragazzi. Come Montessori ha ripetutamente messo in luce, sono loro i veri portatori del nuovo, donne e uomini del futuro che davvero potrebbero – se solo glielo permettessimo – rompere le antiche catene dell'obbedienza passiva, del sotterfugio, del far la spia, della ripetizione da noiosi libri di testo, per portare dentro la scuola la vita che esplode in tante forme e che finora ne resta esclusa.
Valle – che è uno scienziato, vorrei dire, ottimista – non appare preoccupato e ci guida in questo nuovo percorso, illustrando via via come la proposta Montessori possa costituire la base più sicura per ottimizzare il cambiamento. Lo fa in modo chiaro, incoraggiante e sempre efficace.
(Ottime fra l'altro le sezioni intitolate “Ricapitolando” alla fine di ogni capitolo come nitidi elenchi delle tematiche affrontate). Al nuovo, positivo o negativo che sia, i più giovani ci arrivano prima degli adulti, perché sono curiosi, desiderosi di avventure e di scoperte fatte in prima persona, perché ignorano le paure che affliggono genitori e maestri, che restano indietro, preoccupati se non spaventati. Possono insegnarci molto, ma noi non li ascoltiamo. Sempre così da antichi tempi.
Sì, c'era stato quel ragazzino che parlava con saggezza ai Saggi del Tempio o quell'altro che in poco tempo diventa grande e luminoso imperatore, per non parlare di geni matematici o di grandi musicisti appena adolescenti, di fanciulline che hanno spezzato qualche pregiudizio nel campo della pittura e persino della scultura… Esempi rari: ogni volta la coltre del potere adulto è stata lì pronta a coprire, ad appiattire. Ora c'è una presenza nuova: i “nativi digitali” che si stanno appropriando di contenuti e di linguaggi che sfuggono a noi adulti e ci mettono di fronte a forme di comunicazione totale, a invenzioni nate da intelligenze molto giovani che per prime hanno capito l'enorme potenzialità delle nuove tecnologie. Ormai è un mare inarrestabile: non possiamo perdere un minuto perché la scuola esca dalla sua immobilità. Per chi, come me, che, data l'età, ha limitata conoscenza delle “diavolerie” tecnologiche – ogni giorno una nuova – questo libro è prezioso, fa ordine, chiarisce, spiega, denuncia i pro e i contro e soprattutto incoraggia.
Un suo pregio è anche di definire i confini dei primi destinatari: quelli della seconda infanzia, escludendo i 3-6 e soprattutto “i mille giorni che contano”, i primi tre anni di vita, proteggendoli da dispositivi che escludono in partenza l'esperienza manuale/sensoriale e il graduale passaggio da una vita inconscia alla capacità di cominciare a dominare la realtà quotidiana. A furia di anticipare – con l'illusione che prima imparano a usare i cellulari e tablet, e più saranno intelligenti – si comincia addirittura prima dei due anni, come denunciano coordinatrici ed educatrici di Nido, attente alle reazioni dei più piccoli. Si sa che a quest'età imparano assorbendo dai genitori gesti e occupazioni, diventando abilissimi a premere tasti, a danno di altre abilità di base: quelle che preparano l'Homo Faber inventore e costruttore, particolarmente curate e realizzate nelle scuole Montessori ben fatte. Valle illustra con dovizia di riflessioni la pericolosità di questa perdita e mette in luce anche l'importanza di dare risposte differenziate secondo le varie fasi di sviluppo, anche questo elemento ignorato da un sistema scolastico teso più a informare che a formare. Il suo è davvero un lavoro importante, utilissimo per chiunque voglia capire e favorire per i bambini e i ragazzi la rivoluzione epocale che sta avvenendo sotto i nostri occhi.
Grazia Honegger Fresco
Castellanza (VA), 12 aprile 2017
Pagine: 152, Tipologia: Libro cartaceo,
Editore : Bis Edizioni, Prezzo 5,25 €
Pagine: 112, Tipologia: Libro cartaceo,
Editore : Red Edizioni, Prezzo 5,00 €
Pagine: 384, Tipologia: Libro cartaceo,
Editore : Salus Infirmorum, Prezzo 19,86 €
Pagine: 384, Tipologia: Libro cartaceo,
Editore : Tecniche Nuove, Prezzo 24,90 €
Scritto da giorgio il 02/02/2022