Davvero l’essere umano può vivere tutto nell’esteriorità, nell’immediatezza del consumo, nell’asservimento alla sua stessa idea di libertà?
Una società costituita da milioni di frammenti di verità individuali è una società in grado di crescere, di edificare o è soltanto una comunità erratica, che si sposta come le mandrie nelle grandi pianure, mossa solo da una giornaliera ricerca di cibo?
Essendo scomparsa un’idea collettiva di bene e di male, quali sono i valori in base ai quali vengono educate le nuove generazioni? Esiste ancora un’educazione «sentimentale» dell’uomo oppure ci si è arresi a una deriva incontrollabile delle emozioni più istintive?
Le riflessioni raccolte in questo libro – in parte inedite, in parte apparse sui quotidiani in questi ultimi anni – nascono dal desiderio di mettere a fuoco, in questi tempi così ricchi di capovolgimenti e novità, una sorta di discernimento. Che cosa è per l’uomo e che cosa è contro l’uomo.
Perché da questo discernimento dipenderà in gran parte la qualità del mondo che andremo a costruire. La posta in gioco, infatti, è l’idea stessa di natura umana.
Susanna Tamaro
Andrea Greco, «A», 17 novembre 2011
«Questo libro è un piccolo capitale emotivo messo a disposizione dei giovani, perché riflettano sul loro futuro»
Cesare Cavalleri, «Avvenire», 23 novembre 2011
«Credo di aver capito perché le parole di Susanna Tamaro, anche nella nuova raccolta di saggi ‘L’isola che c’é‘, vanno così dritte al cuore, sono così vere: perché sono parole nutrite di silenzio»
Scritto da giorgio il 02/02/2022