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C’era una volta, tra la spiaggia con gli ombrelloni e la campagna dove si può imparare a guidare il trattore, un’officina piena di attrezzi e un pugno di bambini a cui piaceva andare forte con le minimoto.
E tra questi ce n’era uno che voleva sapere il perché di tutte le cose, che amava il modo di correre di Eddie Lawson e Valentino Rossi e sognava di diventare un giorno come loro.
E poi c’era un ragazzino che passava i pomeriggi a capire come funziona un motore, che la domenica cantava in macchina con babbo e mamma andando alle gare con la moto nel baule, che in trasferta all’estero si portava la piadina per le grigliate tutti insieme a fine gara e che cercava di far ubriacare le ragazze straniere su viale Ceccarini ma non sempre gli andava bene.
E un giovane uomo che sulla moto ci stava un po’ stretto ma che amava vincere.
Non solo in pista ma anche a calcetto, a beachvolley, sugli sci, a biliardino, ovunque ci fosse della bagarre.
E che aveva scelto una ragazza e quattro amici, sempre gli stessi, e cantava Siamo solo noi perché gli piaceva Vasco Rossi, ma anche ’O surdato ’nnammurato e Like A Rolling Stone.
Un guerriero che con la squadra giusta sapeva fare miracoli e se c’era da prendersi a torte in faccia non si tirava mai indietro.
Scritto da giorgio il 02/02/2022