La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti

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La guerra sporca dei partigiani e dei fascisti  Giampaolo Pansa   Rizzoli
  • 19,50



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Milioni di persone senza difese nella morsa di due fazioni senza pietà, i partigiani e i fascisti. Nella fase conclusiva del secondo conflitto mondiale, tanti italiani si trovarono scaraventati dentro l’inferno della guerra civile.

E scoprirono che non esisteva differenza fra le parti che si scannavano. I partigiani e i fascisti si muovevano nello stesso modo. Alimentando una tempesta di orrori, rappresaglie, esecuzioni, torture, stupri, devastazioni.

La guerra sporca descrive il lato oscuro degli anni fra il 1943 e il 1945. Ho voluto narrarlo sfidando quanti strilleranno che il virus del revisionismo mi ha dato alla testa. Eppure che partigiani e fascisti si assomigliassero era una certezza già presente nei racconti di chi aveva vissuto da spettatore inerme un massacro mai visto in casa nostra.

Ma questa realtà doveva restare nascosta. La Resistenza era diventata una religione intoccabile. Anche parlare di guerra civile era proibito. Nessuno accettava il giudizio di uno scrittore schierato contro il fascismo in Spagna: ‘La guerra civile è una malattia, si finisce per combattere contro se stessi’.

È accaduto anche da noi. I partigiani più forti, quelli comunisti, per fare la rivoluzione e prendere il potere hanno mostrato la stessa crudeltà dei loro avversari, le milizie politiche della Repubblica sociale. Questa gara tra barbari ha reso disumana la tragedia iniziata nel 1940 con il nostro ingresso in guerra. Da quel momento una pioggia di sangue ha flagellato l’Italia. Migliaia e migliaia di ragazzi mandati a morire da Mussolini su troppi fronti. Ventenni straziati dalle bombe, corpi spappolati, gambe e braccia in cancrena per il gelo. L’Italia sospinta nel baratro della povertà.

La caduta del regime fascista e l’inizio di una guerra contro se stessi. Il martirio dei civili. Il terrore di tante donne, alle prese con la solitudine, la fame, la miseria che le costringe a vendersi. Un dopoguerra che genera nuovi delitti.

Poi la voglia di normalità ha preso il sopravvento. E la storia ha camminato in una direzione diversa. Per questo il nostro passato mi appare più rassicurante del futuro. Tormentati dalla grande crisi europea, oggi non sappiamo che cosa ci riserva l’avvenire.”

Giampaolo Pansa


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