Ecco un libro che sorprende e vale la pena leggere. Perché è ben scritto? Anche – ormai è raro trovare libri che siano piacevoli da leggere anche per la forma – ma, soprattutto, per i contenuti. Perché – e questo è ancora più raro – le riflessioni che l'autore condivide ironicamente con il lettore, senza pretesa di insegnare nulla, hanno il potere di essere autentiche, dirette e, quindi, potenzialmente molto efficaci.
I contenuti del libro riescono in qualche modo a parlare a quella parte della nostra mente che da tempo abbiamo, più o meno volontariamente, dimenticato come ascoltare. Come mai?
Il libro è dedicato “a chi si è perso”, dunque forse un po' a tutti noi. Viviamo un'epoca ricca di conflitti e contraddizioni, un'epoca in cui la tecnologia, la cultura e la società (non necessariamente in questo ordine) cercano di semplificare al massimo la nostra vita, ottenendo purtroppo come unico risultato di farci dimenticare come ci si confronta con qualcosa di più complesso, qualcosa che non sia user friendly, qualcosa che richieda una (anche piccola) dose di pensiero critico.
La prima, forte contraddizione è data, all'interno di questo contesto, dall'importanza sempre crescente della psicologia del benessere, del pensiero positivo, a fronte di un livello di stress percepito e malessere quotidiano riportato sempre più alto.
La seconda contraddizione la troviamo nell'importanza data da enti decisamente autorevoli (come l'Organizzazione Mondiale della Sanità), a competenze di vita (life skills) quali il pensiero critico, la creatività, il decision making, l'autostima. Ma a fronte di tante risorse investite nel potenziamento di queste abilità – quanto vengono effettivamente usate?
Quanto siamo capaci nella nostra quotidianità di essere critici, avere molteplici punti di vista, produrre e seguire nuove idee, prendere le decisioni migliori, conoscerci e accettarci per quello che siamo? Poco.
E queste nostre carenze sono testimoniate dalla frequenza sempre maggiore con cui più persone vanno alla ricerca di soluzioni “semplici”, soluzioni che portino a quel “benessere” e a quella “positività” tanto ricercati, ma senza richiedere alcuna fatica. Senza scomodare quelle abilità che abbiamo dimenticato come usare.
Il problema è che queste strade semplici (manuali miracolosi, santoni di diverse fogge, vampiri, mode e diete...), non possono portare magicamente a quello che, in fondo, ciascuno di noi vuole.
La terza contraddizione. Noi tutti vogliamo, più di ogni altra cosa, essere felici. Tuttavia non sappiamo più bene come fare: seguiamo le strade sbagliate, che ci sono suggerite come le migliori, le più facili, ma che in realtà non ci permettono di raggiungere alcun obiettivo concreto e duraturo. Ci lasciano sempre quell'incertezza, quel vuoto che ci ha spinti in primo luogo a cercare una soluzione.
Questo testo non si prefigge di dare la ricetta per essere felici, altrimenti non sarebbe meglio delle altre proposte ingannevoli. Il suo è un obiettivo ancora migliore: sorprendere il lettore, a volte anche innervosendolo. E questo è il grande pregio di questo lavoro. Perché se ci lasciamo sorprendere, se lasciamo anche solo per un attimo che le nostre certezze, le nostre fissità, siano messe in forse, abbiamo già mosso il primo passo verso una possibile soluzione alle contraddizioni di cui sopra.
Il mio consiglio è di leggere e rileggere questo gradevolissimo testo più volte, pronti a criticarne alcuni passaggi, a farsi conquistare da altri, a riflettere a lungo su altri ancora. Sarà il segno che avete iniziato ad abbaiare, lasciandovi alle spalle tante inutili contraddizioni (o complicazioni), muovendovi verso il vostro benessere. Questa volta autentico.
Pagine: 256, Formato: 15x21, Tipologia: Libro cartaceo,
Editore : Salus Infirmorum, Prezzo 15,00 €
Scritto da Isabella il 07/04/2022