I grandi interrogativi sul significato della vita umana - sull’origine e la fine di ognuno - sull’origine e la fine dell’esistenza di ognuno - sono al cuore della riflessione filosofica e teologica, ma interpellano in maniera nuova anche le discipline scientifiche, psicologiche, sociali e giuridiche. Soprattutto toccano il nostro agire; è la sfera dell’etica ad essere coinvolta, come valori, principi e norme che guidano le decisioni da prendere.
Le religioni e le tradizioni culturali hanno sempre accompagnato queste realtà, elaborando principi e norme etiche, esperienze rituali e assistenziali. Al loro significato per la bioetica è dedicato il progetto di ricerca della Fondazione Lanza, che ha già trovato una prima espressione nel volume Bioetica e religioni. Un confronto dall’inizio della vita, a cura di Lorenzo Biagi e Renzo Pegoraro.
In questo secondo testo, l’attenzione è sulle questioni legate alla fase terminale della vita umana, così profondamente toccata dai progressi della scienza e della medicina.
Vi si trovano documentate le posizioni delle diverse confessioni cristiane (Cattolicesimo, Ortodossia, Protestantesimo, Anglicanesimo) e delle altre grandi fedi dell’umanità (Ebraismo, Islam, Buddismo, Induismo), illustrate da esponenti qualificati. Ad ampliare l’orizzonte, viene presentato l’approccio delle «nuove religioni» alla fine della vita, mentre un contributo esplora il rapporto tra religioni, etica e dialogo.
Come individuare un corretto utilizzo degli strumenti di cui dispone oggi la medicina? Come definire l’accanimento terapeutico e l’eutanasia e come valutarli? Come raccordare l’ autonomia del paziente con le responsabilità del medico curante? Come coniugare il rispetto della persona morente e della sua famiglia con la dimensione comunitaria della sofferenza e della morte? Di fronte a questi interrogativi le religioni, profondamente coinvolte nella realtà della morte, possono aiutarci a comprendere la nostra finitudine, favorendo un approccio attento alla realtà del dolore, della sofferenza, della paura. Possono offrire una speranza che va oltre questa vita, aiutando ad accompagnare in modo umano e dignitoso la conclusione.
In questo senso il volume si pone come strumento utile per una riflessione etica che non coinvolge solo coloro che devono affrontare complesse decisioni assistenziali, ma anche l’intera collettività e l’umanità tutta.
Scritto da Isabella il 07/04/2022