Facciamo la nanna

Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino

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Se volete sapere di più sul sonno - perchè si dorme e secondo quali ritmi, in accordo perfino con i ritmi della Terra e del sistema planetario - se il vostro bimbo è inquieto e si sveglia di notte, se il riposo notturno è diventato un incubo, ma non vi piace un ricettario sbrigativo, questo libro fa per voi.

In natura come nelle relazioni umane non ci sono mai soluzioni rapide o drastiche, né conviene tentare di farne uso. Facciamo la nanna vi aiuta a prevenire i conflitti con il bambino, a seguire le sue esigenze profonde e a dargli i necessari limiti, ma senza ricorrere a modalità rigide, che facilmente diventano punitive e dolorose per tutti. Il sonno di un bambino, come quello di un adulto, è una realtà sfaccettata che richiede comprensione, ascolto, capacità di osservare e di entrare in sintonia, pur senza esagerazioni.

Il libro si completa con alcuni documenti scientifici e con indicazioni di testi che arricchiscono l'argomento.


Facciamo la nanna  Grazia Honegger Fresco   Il Leone Verde

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Facciamo la nanna
Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino

Grazia Honegger Fresco



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Quando sento la parola “nanna” mi risuona nella memoria lo scricchiolio delle gambe di una robusta sedia di legno che accompagnava il dondolio di una nonna per addormentare il suo nipotino. “Nonna”: fra l’altro, leggendo qua e là, ho scoperto che nel Napoletano questa parola è sinonimo di “nanna ”. Non sarà un caso!

Il problema di acquietare un piccino, di aiutarlo ad addormentarsi è legato alla storia stessa dell’infanzia, espresso in tante ninne nanne dal Nord al Sud del mondo come dall’Est all’Ovest, alcune tenere e rassicuranti, molte altre dolenti, minacciose, rabbiose – il dolore delle madri sole e affaticate, spesso sostituite in tale impegno dalle nonne o da figlie di poco più grandi del neonato.

Canti di culla: berceuse, (francese) Wiegenlied (tedesco); più di frequente parole nate da ripetizione di sillabe, come può capirle un piccolino: lalla o lallum (latino), lullaby, (inglese) nana (spagnolo, ma anche veneto), nanurìzo (greco), a-lò o a-vò (siciliano), anninnìa (sardo) néné (valdostano), nani nani (georgiano), bébé bébé (siberiano), ai lu lu lu lu (yddish), arrorrò (argentino), nenni (tunisino), nesini o anche giò giò (indiano) e ancora, ancora...

Ninna nanna lo diciamo noi italiani ma anche gli albanesi… Chissà in quanti altri modi si nomina, tra i popoli della Terra, il tipo di canto più diffuso al pari dei canti d’amore e di corteggiamento. Se le madri da tempi lontani e in tanti luoghi diversi hanno cercato questa strada semplice, intessuta di ritmo voce e dondolii per accompagnare al sonno un bambino, sarà stato perché avevano, malgrado la fatica quotidiana e le poche gioie, il senso dei tempi lunghi e sufficiente pazienza per mettersi in sintonia con i loro figli.

Oggi che si ascolta ovunque musica riprodotta ma non si sa più cantare e si ha tale una fretta da impegnarsi in più attività contemporanee, le madri di frequente dividono con i padri la cura del figlio neonato, eppure l’ascolto paziente non c’è più: i bambini devono dormire a lungo e senza risvegli.

“Tutto sotto controllo, per te tanta libertà”, dice alle mamme la pubblicità di un tiralatte, slogan forse efficace per la presentazione di un oggetto, non certo positivo per il rapporto con un piccolino. Attenti alle nuove sirene del “pronto-cotto-e-mangiato”, affinché i toni decisi e sbrigativi non si traducano, come è possibile, in acuta sofferenza da abbandono. Non esistono ricette buone per qualsiasi bambino e per tutte le latitudini, anche se lo afferma qualche “grande esperto” alla moda. Un nome a caso? Il dottor Estivill che pretende di insegnare al mondo intero un “metodo” valido per far dormire – e a lungo – qualsiasi bambino, anche di pochi mesi!

Noi qui vi proporremo un percorso diverso, ma prima di procedere nella lettura può essere utile al genitore porsi alcune domande:
* Che tipo di genitore sono? Ho bisogno di qualcuno che mi dica come fare oppure cerco da solo o con il mio compagno/ compagna le soluzioni relative a nostro figlio?
* Mi oriento di solito verso soluzioni rispettose della sua sensibilità o preferisco intervenire in modo drastico?
* Quanto tempo e quanta presenza mi chiede questo bambino che ha … mesi o … anni?
* La giornata di 24 ore dovrebbe essere divisa in tre parti: 8 ore di lavoro, 8 di riposo e relazioni umane, 8 di sonno. Il mio lavoro – e i pensieri connessi – mi occupano ben oltre le 8 ore giornaliere?
* In tal caso il tempo per seguire in modo pacato e sereno il mio bambino si riduce in proporzione: quanto effettivamente gliene dò?
* Sono consapevole che il suo pianto è un segnale di malessere dai molti significati possibili (dolore, fame, stanchezza, noia, solitudine, paura di fronte al nuovo, paura di abbandono)?
* A che punto sono dello sfinimento e del risentimento verso mio figlio? Davvero nessuno può aiutarmi?
* Penso che il mio bambino sia cosciente delle proprie intenzioni, che voglia davvero – così piccolo – danneggiarmi, che sia già in grado volontariamente di creare problemi, di inventare dispettosi capricci? O forse ha solo bisogno di alcuni limiti, sia pure dati in modo gentile e fermo insieme?
* Se lui ed io non ci intendiamo, non spetta forse a me, adulto, trovare una soluzione conciliante, non aggressiva?

Se queste domande hanno suscitato in voi qualche dubbio, allora forse non vi dispiacerà proseguire nella lettura.


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torna suIndice

PRIMA PARTE - Estivill, ovvero la negazione del bambino come persona
1. Il bello della diversità
Passi avanti e indietro
Ascoltare la madre favorisce in lei l’ascolto del neonato
2. Due percorsi opposti
L’infallibile “metodo” Estivill
3. Estivill capitolo per capitolo
1 Cap. Il bambino è sempre sveglio e noi con lui
2 Cap. Non addormentatelo voi. Deve riuscirci da solo
3 Cap. Chi va piano va sano e lontano, ovvero come insegnargli…
4 Cap. Ripartire da capo, ovvero come rieducarlo al sonno
5 Cap. Questioni orarie
6 Cap. Altri problemi
7 Cap. Domande e risposte
Appendice e note, Come risolvere i casi più difficili
4. Perché dormiamo?
Che cosa succede durante il sonno di un adulto
E il bambino?
Dorme poco, dorme tanto
Addormentamento e influenze ambientali
Dormire di giorno
Privarsi del sonno secondo i giorni
La cornice di vita
Una buona esistenza durante il giorno
5. Che cosa dicono le madri
Lettone sì, lettone no
Domande scomode
Due mamme dalla parte di Estivill
Chi è competente?

SECONDA PARTE - Un’altra idea di bambino
6. Cominciare bene dal neonato

Un contributo dalle esperte del Centro Nascita Montessori
Seguire il ritmo del bambino
Troppi ostacoli fin dalla nascita
Tra culle e lettini
Il ciuccio: perchè?
7. Vie per prevenire i malesseri da sonno
Seguire i ritmi secondo l’ora di nascita
Attenti agli stimoli in eccesso
I riti della sera
Cibo e sonno
Quando il bambino comincia a esplorare
Riflessioni sulla mercificazione dei bambini
Frequentare il nido
Il pisolino al nido
8. Che cos’è indipendenza
La conquista di nuove posizioni
Ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo
Il valore primario delle cure materne
L’ambivalenza degli adulti
Qualche esempio
Come parlare ai bambini per essere ascoltati
Un suggerimento di Jeannette Bouton
9. Che fare al posto del “metodo” Estivill
Dapprima alcuni punti fermi
Qualcosa di cui liberarsi…
Che cosa chiede un piccolo bambino
Prepararsi ad andare a letto
Realizzare i cambiamenti: in che modo?

APPENDICE
Il metodo Estivill è inefficace e potenzialmente nocivo delle Dott se Annamaria Moschetti e Maria Luisa Tortorella
Il parere di alcuni medici
Dott. Massimo Agosti
Dott.sa Elena Balsamo
Dott. Franco De Luca
Il parere degli esperti
L’Associazione australiana per la salute mentale del bambino
Ricerche sul sonno condiviso nel lettone
Indice


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Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino

Grazia Honegger Fresco




Scritto da Emanuele Maria
Valutazione: 

molto bello da leggere insieme la sera con la mia compagna





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