Educazione per un mondo nuovo

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Educazione per un mondo nuovo  Maria Montessori   Garzanti
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Il bambino possiede un potere interiore che può guidarci verso un futuro più luminoso.

"Educazione per un mondo nuovo" è la lettura ideale per avvicinarsi al metodo pedagogico di Maria Montessori e scoprire il pensiero rivoluzionario e gli insegnamenti sempre attuali della sua fondatrice.

Grazie a un'esposizione piana e mai specialistica, il libro si rivolge non solamente a scienziati, professionisti e insegnanti, ma a tutti coloro i quali abbiano a cuore i diritti dei bambini.

Scritto dopo la terribile esperienza della guerra, rappresenta il tentativo di costruire una comunità mondiale in grado di vivere finalmente in pace e in armonia.

Per farlo, suggerisce Maria Montessori, l'unica strada possibile è superare i vecchi sistemi di trasmissione delle nozioni e ripartire da una scuola e una educazione davvero nuove e diverse.

Perché «se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino».


Educazione per un mondo nuovo  Maria Montessori   Garzanti

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Educazione per un mondo nuovo

Maria Montessori



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Questo libro si propone di illustrare e difendere le grandi capacità insite nel bambino e di avviare gli insegnanti a un nuovo modo di considerare il loro compito, che farà della loro opera non più una ingrata fatica ma una gioia, non più repressione ma collaborazione con la natura. Il nostro mondo è stato lacerato e ha ora bisogno di essere ricostruito: e in questo, un fattore di primaria importanza è l'educazione, di cui i pensatori d'oggi raccomandano generalmente una pratica più intensa, non meno che un ritorno alla religione. Ma l'umanità non è ancora pronta per l'evoluzione a cui così ardentemente aspira, ossia la costruzione di una società pacifica e armonica in cui la guerra sia eliminata. Gli uomini non sono suffcientemente educati per controllare gli avvenimenti, e così ne divengono vittime. Le nobili idee, gli elevati sentimenti hanno sempre trovato espressione: ma le guerre non sono cessate. Se l'educazione dovesse continuare lungo le vecchie linee, coi vecchi sistemi di semplice trasmissione di nozioni, il problema sarebbe insolubile, e non vi sarebbe speranza Per il mondo. Solo una analisi scientifica della personalità umana può portarci alla salvezza, e nel bambino noi abbiamo davanti un'entità psichica, un gruppo sociale di enormi dimensioni, una vera potenza nel mondo, quando sia usata nel modo giusto. Se v'è per l'umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l'uomo, e di conseguenza la società. Il bambino possiede un potere interiore che può guidarci verso un futuro più luminoso. L'educazione non dovrebbe più limitarsi a trasmettere delle nozioni, ma deve prendere nuove vie, mirando allo sviluppo delle capacità potenziali dell'uomo. Quando dovrebbe cominciare una tale educazione? La nostra risposta è che la grandezza della personalità umana comincia dalla nascita; e questa affermazione, pur essendo stranamente mistica, ha salde radici nella realtà concreta.

La vita psichica del neonato ha già suscitato il più vivo interesse negli scienziati e negli psicologi, che hanno osservato le reazioni del bambino da tre ore a dieci giorni dopo la nascita. E sono giunti alla conclusione che i primi due anni di vita sono i più importanti. L'osservazione dimostra che i bambini piccoli sono dotati di speciali qualità psichiche, e addita nuove vie per svilupparle — letteralmente educarle - collaborando con la natura. L'energia costruttiva del bambino, viva e dinamica, è rimasta ignorata per millenni, ed è una miniera di tesori mentali, proprio come gli uomini che per primi calpestarono la superficie della terra nulla conoscevano delle immense ricchezze sepolte nelle sue profondità. L'uomo è tanto lontano dal rendersi conto delle energie celate nel mondo psichico del bambino che fin dall'inizio non ha fatto altro che reprimerle e ridurle in polvere. Ora per la prima volta qualcuno è arrivato a intuire l'esistenza di questo tesoro, che non è stato mai sfruttato, un tesoro più prezioso dell'oro: l'anima stessa dell'uomo.

L'attenta osservazione dei primi due anni di vita ha gettato nuova luce sulle leggi dello sviluppo psichico, mostrando come la psicologia dell'infanzia sia sostanzialmente diversa da quella dell'età adulta. Di qui dunque prende inizio la nuova strada, in cui non sarà più il professore che insegna al fanciullo, ma il fanciullo che insegna al professore.

Questo può sembrare assurdo, ma apparirà subito chiaro quando ci si renda conto della speciale natura della mente infantile, che assorbe le cognizioni e così si istruisce. Lo dimostra facilmente il modo in cui il bambino impara a parlare: ardua e mirabile impresa intellettuale. Il bambino di due anni parla la lingua dei suoi genitori, benché nessuno gliel'abbia insegnata. Gli studiosi che si sono interessati di questo fenomeno ammettono che in un certo periodo della sua vita il bambino comincia a usare nomi e parole in rapporto col suo ambiente, e ben presto impara a impiegare con la massima disinvoltura tutte quelle costruzioni sintattiche e quelle forme irregolari che risultano tanto difficili agli adulti quando studiano una lingua straniera. Li-somma il bambino ha in sé un maestro scrupoloso e assai esigente, che osserva persino una vera e propria tabella di marcia; a tre anni ha acquistato un corredo di cognizioni che a un adulto - a quanto affermano gli psicologi - costerebbe non meno di sessant'anni di duro lavoro.

L'osservazione scientifica ha inoltre stabilito che la vera educazione non è quella impartita dal maestro: l'educazione è un processo naturale che si svolge spontaneamente nell'individuo, e si acquisisce non ascoltando le parole degli altri, ma mediante l'esperienza diretta del mondo circostante. Il compito del maestro sarà dunque di preparare una serie di spunti e incentivi all'attività culturale, distribuiti in un ambiente espressa-mente preparato, per poi astenersi da ogni intervento troppo diretto e invadente. I maestri umani non possono far altro che aiutare la grande opera mentre si compie sotto i loro occhi, come i servi aiutano il padrone. Così facendo, assisteranno allo sviluppo dell'anima umana e alla comparsa dell'Uomo Nuovo, che non sarà più la vittima degli avvenimenti, ma avrà la chiarezza di visione necessaria per dirigere e plasmare il futuro della società umana.


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