"Prendere la parola in questo luogo di orrore, di accumulo di crimini contro Dio e contro l'uomo che non ha confronti nella storia, è quasi impossibile - ed è particolarmente difficile e opprimente per un cristiano, per un Papa che proviene dalla Germania. In un luogo come questo vengono meno le parole, in fondo può restare soltanto uno sbigottito silenzio - un silenzio che è un interiore grido verso Dio: "Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo?".
È in questo atteggiamento di silenzio che ci inchiniamo profondamente nel nostro intimo davanti alla innumerevole schiera di coloro che qui hanno sofferto e sono stati messi a morte; questo silenzio, tuttavia, diventa poi domanda ad alta voce di perdono e di riconciliazione, un grido al Dio vivente di non permettere mai più una simile cosa."
Il 28 maggio 2006, mentre era in visita apostolica in Polonia, Benedetto XVI si è recato ad Auschwitz: questo è il testo del memorabile discorso tenuto in quell'occasione. Alle parole del Papa seguono i contributi dei teologi Arthur A. Cohen e Johann Baptist Metz e dell'ex ministro degli esteri polacco Bartoszewski, sopravvissuto all'Olocausto.
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020