Disintossicarsi dai metalli pesanti

La guida completa per difendersi da un killer silenzioso

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Disintossicarsi dai metalli pesanti  Carla Massidda   L'Età dell'Acquario Edizioni
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Negli ultimi decenni si è dedicata un'attenzione crescente agli effetti negativi dell'inquinamento e dell'impiego di sostanze nocive nei processi di produzione industriale.

L'esposizione ai metalli pesanti tocca non solo l'uomo, ma tutto ciò che lo circonda. L'accumulo di essi nel corpo umano è spesso causa di disfunzioni a carico di vari organi, che possono degenerare in patologie talvolta anche molto gravi.

Naturalmente non possiamo vivere sotto una campana di vetro, ma possiamo cercare di limitare il danno, riducendo l'esposizione e adottando alcune semplici regole capaci di difenderci da questi killer insidiosi e silenti.

Questo manuale, rivolto a tutti coloro che vogliono migliorare la qualità della propria vita, individua le varie fonti di intossicazione, indica le specifiche alimentari e fitoterapiche utili per disintossicarsi, ed è completato da tre dizionari di agevole consultazione.


INDICE DEL LIBRO:

Introduzione. Le intossicazioni da metalli pesanti
Cosa sono i metalli tossici?
Perché si accumulano nel nostro organismo?
Metalli e radicali liberi
La detossicazione

1. Fonti di intossicazione
Inquinamento ambientale
Inquinamento dell'aria
Inquinamento dell'acqua
Inquinamento dell'habitat marino
Impatto delle onde elettromagnetiche
Inquinamento alimentare
Sostanze tossiche in africoltura
Farmaci e ormoni negli allevamenti intensivi
Altre fonti di intossicazione

2. Processo di intossicazione
Intossicazione per contatto
Intossicazione per inalazione
Intossicazione per ingestione
Principali contaminanti alimentari

3. Tossicità dei metalli e dei minerali
Meccanismo d'azione
I radicali liberi
Pericoli per la salute
Alluminio
Antimonio
Argento
Arsenico
Bario
Berillio
Cadmio
Cromo
Mercurio
Nichel
Piombo
Rame
Selenio
Uranio
Altri minerali

4. La detossicazione
Equilibrio acido-alcalino
Gli antiossidanti
Fitoterapia
Consigli pratici
Terapia chelante
Terapia di biorisonanza
Drenaggio omotossicologico
L'acqua magnetizzata
Idroterapia
Il ruolo delle acque minerali
Gli organi emuntori

5. Prendiamoci cura di noi
Accorgimenti alimentari
Accorgimenti domestici
Accorgimenti per l'igiene e la cura personale
Conclusioni

APPENDICE
Additivi alimentari
Codifica europea dei materiali
Principali alimenti acidi-alcalini
Dizionario delle sostanze consentite
Dizionario delle sostanze potenzialmente nocive
Dizionario delle sostanze nocive


Disintossicarsi dai metalli pesanti  Carla Massidda   L'Età dell'Acquario Edizioni

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Disintossicarsi dai metalli pesanti
La guida completa per difendersi da un killer silenzioso

Carla Massidda



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Quando si parla di intossicazioni da metalli pesanti si pensa che il problema riguardi solo i soggetti esposti a particolari condizioni ambientali, come per le intossicazioni da uranio impoverito nei territori post-bellici, quelle degli operai del settore petrolchimico o altre situazioni estreme.
In realtà l'accumulo di metalli pesanti nel corpo umano è più frequente di quanto si immagini − a prescindere da condizioni ambientali estreme − e causa disfunzioni a carico di vari organi, spesso non identificate come intossicazioni, che possono degenerare in malattie e patologie talvolta anche molto gravi.
La patologia più diffusa è sicuramente l'allergia al nichel e al cobalto, in notevole aumento nei paesi industrializzati, ma le forme più subdole di intossicazione sono i danni a carico del sistema endocrino e neurovegetativo.
Basti pensare, ad esempio, che sono stati riscontrati un accumulo di alluminio nei pazienti affetti da Alzheimer (studio pubblicato sulla rivista medico-scientifica americana «Lancet»), una relazione tra il mercurio e l'autismo in età pediatrica, un'attinenza tra l'eccesso di cadmio-piombo e la sclerosi amiotrofica, oltre a varie patologie che vedremo in dettaglio più avanti nella trattazione.
Solo negli ultimi decenni ci si è resi conto della pericolosità per l'uomo di questi metalli, il cui impiego massiccio in ambito edile, industriale e alimentare, ha generato fonti di inquinamento tali, che oggi, arginarne i danni e cercare metalli alternativi non così pericolosi per l'uomo, richiede tempo e un notevole impegno economico.
Come non ricordare che per decenni è stato fatto largo e indiscriminato uso dell'amianto sia nell'edilizia sia nell'industria, prima di accorgerci che questo comunissimo metallo è stata una tra le più frequenti cause di tumori al polmone e di altre gravi patologie a carico dell'apparato respiratorio e non solo.

Cosa sono i metalli tossici?
I metalli tossici sono sostanze inquinanti che penetrano in maniera insidiosa e silente nel nostro organismo, attraverso canali assolutamente naturali quali l'alimentazione, l'aria, l'acqua e il contatto epidermico, rischiando quindi di intossicarsi in modo del tutto inconsapevole, non rendendosi conto dei pericoli a cui si è esposti.
Ogni giorno ingeriamo metalli: attraverso i pesticidi utilizzati in agricoltura; mangiando carne proveniente da allevamenti di bestiame sottoposto a vaccini e implementazioni alimentari a base prevalentemente chimica; bevendo l'acqua delle condotte, altamente medicata e a contatto con tubature spesso vecchie che rilasciano microparticelle di metalli; attraverso la contaminazione derivata dalla raffinazione e dal confezionamento dei prodotti alimentari (scatolame, prodotti in bricchi di cartone che all'interno presentano una pellicola di alluminio ecc.); e infine attraverso l'uso indiscriminato dei farmaci. Oltre all'ingestione, siamo  costantemente a contatto con fonti che rilasciano nell'aria sostanze nocive e causano intossicazione attraverso l'inalazione: lo smog, il rilascio nell'atmosfera delle scie chimiche, i fissativi di alcuni colori industriali nel tessile, il costante contatto con oggetti in metallo, i prodotti per l'igiene personale e cosmesi contenenti petrolati e parabeni ecc.
Per meglio inquadrare la problematica è però opportuno distinguere tra metalli pesanti e in traccia, entrambi potenzialmente tossici, ma in parte necessari a basso dosaggio per gli esseri viventi.
Definiamo «metalli pesanti» quegli elementi chimici la cui densità sia maggiore di 5 grammi per centimetro cubo. Sono naturalmente presenti nel nostro ecosistema e anche nel nostro organismo.
Definiamo «elementi in traccia» o «metalli in traccia», quella parte chimica presente nei fluidi biologici degli organismi viventi e nel suolo, in concentrazioni inferiori a 1μg per grammo di peso e che pertanto entrano nella nostra catena alimentare.
Nelle giuste concentrazioni, sono indispensabili per l'essere umano, ma la caratteristica che li rende pericolosi è la loro tendenza ad accumularsi lentamente e progressivamente nelle ossa, negli organi quali fegato, reni, polmoni, sistema endocrino, nei tessuti connettivi, nel cervello e nel liquido intracellulare.
Si assumono per inalazione, contatto e ingestione e vengono eliminati tramite la pelle (sudore), le vie polmonari, l'urina e le feci.
In base agli effetti fisiopatologici i metalli in traccia possono essere suddivisi in due gruppi:
• elementi essenziali per la vita in quanto implicati in importanti processi metabolici: arsenico, cobalto, cromo, rame, fluoro, ferro, iodio, manganese, molibdeno, nichel, selenio, silicio, stagno, vanadio e zinco;
• elementi tossici per gli organismi viventi anche a basse concentrazioni: alluminio, cadmio, mercurio, cromo e piombo.

Perché si accumulano nel nostro organismo?
Il bioaccumulo avviene principalmente attraverso due meccanismi insidiosi.
Nel primo caso, accumuliamo metalli perché il corpo non riesce a detossinarsi autonomamente, a causa di disfunzioni organiche o per sovraesposizione all'allergene.
Nel secondo caso, accumuliamo metalli per un principio di compensazione e adattamento, che si attua quando i minerali vitali scarseggiano e il corpo li sostituisce con il metallo avente funzione simile, collocandolo nei siti di legame degli enzimi e dei sistemi enzimatici.
In questo caso le funzioni vitali e metaboliche procedono, ma gli organi coinvolti non funzionano correttamente e nel tempo alterano le proprie strutture e le funzioni biologiche, fino a degenerare dando origine a svariate patologie.
Un esempio è dato dal piombo che sostituisce il calcio nel cervello, il cadmio che sostituisce lo zinco e l'alluminio che sostituisce il magnesio.
Questo meccanismo di compensazione diventa un'arma a doppio taglio, poiché per emergenza, è il nostro stesso organismo che consente l'ingresso ai suoi nemici e li posiziona proprio nelle componenti più vitali e indispensabili.

Metalli e radicali liberi
Un altro effetto collaterale dell'accumulo di metalli pesanti è la formazione di radicali liberi.
Tali metalli distruggono i legami molecolari e liberano radicali liberi, che sono denominati «killer cellulari», in quanto avviano nell'organismo umano un processo di ossidazione che «arrugginisce» le cellule. Lo stress ossidativo stimola i radicali liberi a colpire le principali componenti cellulari come lipidi, proteine, carboidrati e DNA, diventando responsabili di patologie quali il diabete, malattie cardiovascolari, tumori ed invecchiamento precoce.
I radicali liberi sono molecole costituite da atomi di ossigeno privi di un elettrone, che attaccano le molecole per procurarsi la carica mancante, trasformando la molecola «vittima» in un altro radicale libero. Il processo di ossidazione si innesca quando c'è la sottrazione dell'elettrone da una molecola, la quale, privata della sua componente, attacca un'altra cellula per «rubarle» l'elettrone di cui è priva al fine di ripristinare il suo equilibrio. Questo meccanismo si definisce «reazione radicalica a catena» e si interrompe grazie
all'intervento di molecole anti-ossidanti che, con diversi metodi, riescono a neutralizzare i radicali liberi.
Il nostro corpo produce normalmente i radicali liberi per combattere le infezioni ed eliminare i batteri, ma la produzione va fuori controllo quando si aggiungono nuovi radicali liberi originati da vari fattori quali l'inquinamento, l'alimentazione, lo stress (che porta il corpo ad aumentarne la produzione) e un eccesso di metalli nell'organismo.

La detossicazione
Il nostro organismo è una macchina perfetta, ogni giorno combatte le aggressioni esterne e cerca di porvi rimedio, senza che noi ci rendiamo conto di ciò che avviene al suo interno. Si avviano processi di attacco alle cellule malate, attraverso il nostro sistema immunitario, e vengono eliminate le sostanze tossiche attraverso gli organi emuntori. Quando il nostro sistema è in difficoltà o debilitato, questa «pulizia» non avviene correttamente, creando una progressiva intossicazione generale o limitata a un apparato.
Supportare ciclicamente il corpo con terapie disintossicanti e antiossidanti è una delle forme preventive più adeguate, che vanno strutturate e mirate, in base a cosa vogliamo «ripulire».
Nel caso di intossicazioni da metalli pesanti, invece, si procede con una terapia detta «chelante». I chelanti sono molecole che hanno struttura chimica simile alle chele di un granchio: afferrano e si legano ai metalli velenosi per portarli fuori dall'organismo, facilitandone la naturale espulsione.
La chelazione può essere sia chimica sia naturale: la prima viene utilizzata in casi di intossicazioni gravi; la seconda è quella più utilizzata e indicata a tutte le persone che vogliono comunque dare un supporto integrativo al corpo, volto alla disintossicazione e al riequilibrio generale.
La terapia naturale si compone come un puzzle, nel creare un nuovo stile di vita. Bisogna prestare attenzione all'alimentazione, di cui parleremo ampiamente, alla riduzione dell'esposizione ai fattori inquinanti negli ambienti domestici, alla scelta dei prodotti da utilizzare per l'igiene, alle semplici regole di vita quotidiana. Spesso infatti non ci rendiamo conto che stiamo esponendo il corpo a un fattore di rischio. Inoltre sarebbe buona cosa informarsi sull'uso curativo delle spezie e sulle integrazioni di fitocomposti specifici per le varie tipologie di disintossicazione.
Il nostro sistema immunitario è costantemente attaccato da varie forme di intossicazione, ma con piccoli accorgimenti e con periodiche «manutenzioni» possiamo evitare l'insorgere di tante patologie.
Non è necessario arrivare a contrarre una malattia o accusare un malessere per prendersi cura del proprio corpo, non bisogna limitarsi a osservarne l'aspetto esteriore. Come la mattina, prima di affrontare la giornata, ci laviamo, così dovremmo imparare a pulire e sostenere l'organismo dal suo interno. Inevitabilmente la nostra salute e il nostro aspetto né trarranno beneficio.
Ricordiamo sempre il principio per cui: «L'esterno riflette l'interno»!


Disintossicarsi dai metalli pesanti  Carla Massidda   L'Età dell'Acquario Edizioni

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