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L’ultima pagina della «Gazzetta di Parma» del 20 febbraio 1985 era occupata interamente dalla scritta «Dio c’è». L’anonimo inserzionista ha spiegato di averlo fatto principalmente per aiutare tanti fratelli a pensare che Dio ci è sempre vicino. Ha scelto un metodo efficace; ha detto: «Dio c’è». La scritta ha fatto parlare e discutere molta gente; del caso si è interessata persino la stampa mondiale.
L’Autore di questo libro, Stelvio Brunazzi, ama vivere a contatto con il creato e riflettere sull’infinita bontà del Creatore. L’amore per le cose e per gli uomini lo ha spinto ad esprimere, in queste pagine, pensieri e sentimenti ispirati ad una serena gioia di vivere, nonostante le difficoltà e i problemi del mondo in cui viviamo.
È, questo, pertanto, un libro profondamente religioso, perché religiosa ne è l’intuizione centrale: l’idea di un Dio che si è fatto solidale con noi, e questa sua vicinanza la fa sentire suscitando attorno a noi il miracolo della comprensione e della carità.
Il libro è un messaggio di speranza, un viaggio nella solidarietà umana che ci aiuta a capire come possono rinascere quei valori umani e culturali necessari per costruire un futuro di pace, per riconciliarci con noi stessi e con gli altri.
«Da adolescente», scrive Brunazzi, «credevo fermamente che ogni persona vivente del nostro pianeta, di qualsiasi partito o razza, facesse a gara con gli altri per essere più bravo, più buono, più onesto, più disponibile; non avrei mai immaginato, un giorno, che la realtà del nostro vivere fosse completamente diversa! È questa la più grande delusione della mia vita che, vivendo come tanti, ho dovuto accettare: vivere in un mondo privo di fraterno Amore».
Scritto da Vincenzo il 12/07/2020
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