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Il tempo è come un’artista che incessantemente lavora sulle coscienze umane forgiandole in forme meno grezze, più complesse e più evolute. Ed in virtù di questo incessante lavoro cosmico lo scenario culturale e scientifico che oggi si presenta davanti ai nostri occhi non è assolutamente paragonabile a quello di un qualsiasi periodo del passato.
Le sorprendenti scoperte scientifiche, i voli mistici e quelli dei grandi poeti visionari, ci parlano di un universo palpitante di vita autentica in tutte le strutture che lo compongono, strettamente interconnesse e intercomunicanti tra di loro e sfocianti in una indissolubile unità.
Nel cuore della materia apparentemente inerte c’è un fuoco creativo, una danza ininterrotta di atomi che, nelle loro reciproche interazioni energetiche, tengono in piedi questo sconfinato edificio cosmico. Alla luce di quanto detto, l’universo non è più paragonabile ad una complessa macchina ad orologeria, ma è piuttosto un vasto pensiero che agisce, come una forza misteriosa ed invisibile, nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo, e fa sì che gli atomi, le molecole, le cellule, e i lontanissimi corpi celesti si muovano con perfette sequenze temporali e spaziali. Detto questo, la conquista dell’aria è passata quasi sotto silenzio, quando invece ha un’importanza di portata eccezionale.
Navi e sonde spaziali si muovono nel nostro vicinato cosmico, ma sono navi di prima generazione. Che cosa avverrà negli anni e nei secoli futuri, quando si costruiranno, attraverso gli ulteriori progressi scientifici, navi sempre più complesse, più veloci, e più sofisticate? È da escludere; allora, che negli anni e nei secoli futuri, viaggiando negli immensi spazi cosmici non si potranno incontrare nuove civiltà molto più evolute della nostra, considerando il fatto che il nostro pianeta, rispetto ai tanti altri pianeti che affollano la volta celeste, è relativamente giovane? Se ci sarà questo incontro, la civiltà umana farà un salto di qualità, proiettandosi su una sfera di realtà molto più elevata di quella sulla quale attualmente vive.
Ma ciò non è tutto. Noi sappiamo che dalle prime forme germinali di vita per giungere all’attuale immagine dell’uomo sono passati tre miliardi di anni. L’evoluzione filogenetica non si è fermata, anzi continua con ritmi più intensi, specialmente se si tiene conto del nuovo scenario culturale e scientifico rispetto al quale la coscienza umana non può rimanere chiusa in una perenne staticità. L’accelerazione dell’orologio cosmico darà, senz’altro, vita ad un uomo completamente nuovo, con poteri molto superiori a quelli da noi attualmente posseduti, come sostiene anche il fisico nucleare Freeman Dyson.
Ciò lo porterà ad indagare ancora più profondamente e con adeguati strumenti mentali sui misteri che ancora avvolgono, come nere nubi, l’esistenza umana. Egli può svelare ciò che rimane ancora sconosciuto al genere umano.
E se ciò avverrà, se l’uomo del futuro conoscerà tutti i segreti dell’universo e non avrà più nulla da apprendere, l’infinito verso cui è stato sempre proiettato, fin dal suo primo apparire sulla terra, diventerà una categoria permanente del suo spirito.
testo interessante, va letto con mente aperta; chi ha già certezze può non leggerlo
Scritto da giorgio il 02/02/2022
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