Comitati Etici

I presupposti che sono alla base dell’istituzione dei Comitati etici in ospedale sono i presupposti su cui più in generale si è sviluppata la sensibilità bioetica: una sensibilità tesa a verificare di fronte all’accresciuto potenziale d’intervento sulla vita dell’uomo la misura umana delle strategie biomediche in ordine alle condizioni, ai tempi, ai modi in cui se ne decide l’attuazione. Rispetto alla sensibilità bioetica in generale, i comitati etici ospedalieri esprimono in più l’esigenza di promuovere la riflessione bioetica all’interno stesso dei luoghi dove si sviluppa l’impiego delle nuove tecnologie biomediche. La validità dei presupposti indicati sembra ricevere, almeno per l’ambiente italiano, un’autorevole conferma dalla Proposta di istituzioni dei Comitati etici formulata nel 1992 dal Comitato Nazionale per la Bioetica. Nonostante l’esplicita proposta del Comitato Nazionale, l’attuale fase del dibattito italiano sui Comitati etici appare caratterizzata da una persistente ambivalenza per la percezione, da una parte, delle risorse che l’istituzione dei Comitati etici può attivare: (a) supporto al processo etico-decisionale; (b) promozione della sensibilità etica; e, per la consapevolezza, dall’altra, che a certe condizioni tali risorse potrebbero essere vanificate: (a) un ulteriore organismo burocratico; (b) uno strumento di delega e di de-responsabilizzazione.
Rapportato a questa fase di “stato nascente”, l’impegno per i Comitati etici non può che orientarsi alla formazione: è dall’impostazione di un valido sistema formativo che si può ragionevolmente sperare che i comitati etici esprimano le loro potenzialità a servizio di una reale comunicazione tra la società in generale e i ristretti gruppi di specialisti impegnati direttamente nella produzione e nella gestione del nuovo sapere-potere biomedico.