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“Queste storie sanno parlarci della guerra e dei suoi effetti meglio di qualsiasi analisi politica.”
“Incontrammo Amira alla fine del giro degli avvoltoi, quello che noi inviati facciamo quando, a corto di notizie, dobbiamo comunque mettere in piedi un servizio. Indossava un abitino azzurro. Sembrava sorridesse ma era immobile, fredda e grigia come il letto su cui era stesa. Il cecchino l’aveva colpita appena era uscita dal cortile.”
Dall’Iraq, al Kosovo, al Ruanda, la faccia della guerra non cambia mai veramente. È fatta di paura, odio e morte. Si impasta nel ricordo con il sangue delle vittime e il testardo desiderio, in chi resta, di andare avanti, comunque e nonostante tutto.
Eppure, scrive Di Mare, “le vicende di uomini e donne travolti dalla guerra non trovano quasi mai spazio sui taccuini dei cronisti, cancellate dalla violenza degli avvenimenti”.
Queste pagine invertono la triste, normalizzata aritmetica delle cronache dei lutti e offrono la testimonianza intensa e coinvolgente di chi per anni, ogni giorno, ha fatto i conti con la “vita nella guerra”, confrontandosi con vicende di atroce violenza e momenti di altissima umanità.
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Scritto da giorgio il 02/02/2022