Noi Genitori cerchiamo in tutti i modi di proteggere i nostri figli dalla violenza. Oggi, purtroppo, esistono vari tipi di violenza. C’è quella aperta, cruda, che non teme di presentarsi come tale, ma c’è anche quella subdola, falsa, ipocrita, che agisce travestita da mansueta pecorella. Noi abbiamo il dovere di combatterle entrambe. Per smascherare la violenza subdola, però, dobbiamo prima conoscere le false spoglie sotto cui si cela.
Ho costituito questa Società Editoriale anche per questo: per dare con tutto il cuore il mio contributo, per quanto piccolo e parziale possa essere, affinché si sappia ciò che è Bene e ciò che è Male per la nostra persona, sia a livello fisico, che psichico e spirituale, e affinché si faccia il possibile per allontanare i bambini da tutto ciò che nuoce alla realizzazione di loro stessi e della Missione che hanno ricevuto quando sono entrati nel mondo.
Oggi alcuni cartoon sono, a mio avviso, in netto contrasto con ciò che è Bene per i nostri figli, ma anche con il Bene di noi adulti. Pertanto, per smascherare alcuni subdoli inganni del Male, ho invitato la Dott.ssa Zanini a stilare questo lavoro. Il messaggio che il libretto vorrebbe trasmettere potrà forse sembrare esagerato ad alcuni, ma io non credo lo sia e l’esperienza che ho maturato in molti anni di ambulatorio medico mi rafforza in questa impressione.
Sono convinto che la salute e la malattia si costruiscano con le nostre piccole ma ripetute azioni quotidiane, come le gocce d’acqua che, se lasciate agire per molto tempo, sanno scavare la roccia. Analogamente, anche il Bene e il Male entrano in noi attraverso le piccole e ripetute scelte quotidiane: il primo entra per costruire, il secondo per distruggere.
Ognuno è responsabile delle sue scelte e di queste goderà poi sia le conseguenze positive sia quelle negative, ma come Genitori noi siamo responsabili pure delle scelte che i nostri figli compiranno: la loro futura felicità dipenderà moltissimo dal nostro comportamento e dalla nostra testimonianza di vita. La società influirà certamente su di loro, ma recherà ben poco male se noi li avremo adeguatamente protetti e ‘armati’.
Roberto Gava
Le osservazioni riportate in questo scritto non sono finalizzate alla realizzazione di una critica cinematografica in senso tecnico: con questo lavoro si vuole esaminare l’impatto formativo sui bambini a fronte dei fotogrammi, con specifico riferimento alle pellicole teoricamente realizzate appositamente per loro.
Dando qui per scontato (ma purtroppo non siamo tanti quanti si crederebbe) che sia “pericoloso” permettere ai piccoli di assistere liberamente agli spettacoli televisivi e cinematografici attualmente in circolazione, riteniamo che il distintivo film per bambini oggi non offra più una garanzia di attendibilità.
In questa situazione anche i genitori più accorti e prudenti, ossia preoccupati di selezionare le pellicole a cui i loro figli dovrebbero assistere, si trovano sostanzialmente privi di una valida guida esterna. Persino la voce ufficiale della Chiesa, che con i suoi giudizi è rimasta per molto tempo la roccaforte della moralità, oggi tende ad omologare acriticamente le sue valutazioni alle nuove tendenze.
Per capire la prospettiva da cui muove questa particolare forma di critica, è necessario considerare la profonda differenza che caratterizza l’approccio del bambino ai fotogrammi rispetto a quello dell’adulto. In realtà, mentre un adulto vede una proiezione cinematografica, un bambino vive la medesima proiezione. Per l’adulto, infatti, l’immedesimazione con le vicende e con qualche personaggio del film a cui assiste è del tutto occasionale e, quindi, eventuale; per il piccolo spettatore, invece, la propria immedesimazione nel film è un fattore assolutamente necessario, cioè inevitabile.
E’ noto, del resto, che la carica di fantasia dei piccoli è talmente prepotente che spesso nella loro mente finzione e realtà si mescolano e si confondono; questo fenomeno si realizza sempre allorquando giocano (facciamo che io ero ...), ma anche quando assistono ad una proiezione cinematografica o anche semplicemente quando vedono una videocassetta. Non sono poche le volte in cui ho sentito i miei figli, di fronte anche ad un cartone animato, “spartirsi” i ruoli dei protagonisti: Io sono Pinco e tu sei Pallino. Li ho sentiti anche litigare su tale ripartizione, a riconferma dell’importanza che riveste per loro il fatto di vivere la vicenda proiettata sullo schermo in prima persona e quindi attraverso un personaggio particolare. E’ proprio questo, d’altra parte, il meccanismo psicologico che spiega come mai i bambini non si stancano di vedere lo stesso film, anzi, se questo è a loro gradito, amano rivederselo infinite volte.
Non solo. Il film, visto e magari rivisto, viene poi trasposto dai bambini nella realtà che vivono tutti i giorni. Essi, infatti, “sperimentano” l’effetto nella loro stessa personalità delle inflessioni vocaliche, delle battute e delle dinamiche psicologiche di cui sono venuti a conoscenza attraverso il film. Il tutto senza necessariamente un’espressa dichiarazione da parte loro di aver iniziato un gioco di simulazione; ciò può verificarsi più o meno consapevolmente, e questo è il punto pericoloso, semplicemente quando rispondono alla mamma o al fratello o quando parlano con gli amici. Del resto quale genitore attento non ha mai sorpreso suo figlio ad emulare nella voce o nella condotta un certo personaggio dei film visti da quest’ultimo, soprattutto, direi, di quelli rivisti più volte e quindi ben assimilati? Qualcosa di non diverso, del resto, si verifica quando scopiazzano gergo, inflessioni vocaliche e atteggiamenti dei cosiddetti amici.
Date queste premesse, non è immaginabile ritenere che un bambino veda i fotogrammi di una pellicola come fossero acqua fresca. Anzi. Ogni fotogramma è dal piccolo spettatore rigorosamente registrato, e, se è di difficile o impossibile comprensione, viene altrettanto rigorosamente archiviato e tenuto a disposizione in vista del suo recupero in un tempo futuro. Purtroppo questa operazione di registrazione-archiviazione avviene in forma del tutto automatica, cioè senza che il bambino sia in grado di dominarla e controllarla. E tale operazione è tanto più pericolosa, quanto meno il piccolo è padrone del messaggio che incamera. I messaggi che un bambino non è capace di interpretare, infatti, vengono salvati nella sua mente senza un codice identificativo specifico, e quindi è più facile che interferiscano direttamente nell’incon-scio del piccolo. A questo punto la qualità del concetto o dell’immagine memorizzata diventa importantissima, in quanto sia l’uno che l’altra possono operare nella psiche del bambino del tutto liberamente.
Purtroppo molte pellicole per bambini contengono oggi frasi relative ad argomenti come il sesso, ad esempio, che vengono fatte scorrere (deliberata-mente?) troppo veloci rispetto alla capacità di decodificazione dei piccoli. Dove vanno a finire tutte le stimolazioni che sfuggono completamente alla elaborazione razionale dei piccoli spettatori? D’altra parte non sono più ormai così recenti gli studi condotti sugli effetti dei messaggi subliminali (ossia di quei messaggi contenuti in fotogrammi trasmessi ad una velocità tale da non poter essere assolutamente colti dall’occhio umano e quindi dalla parte razionale di un individuo). Dal momento che le azioni degli individui a cui sono stati sottoposti tali messaggi risultano in genere conseguentemente influenzate, si è potuto facilmente trovare conferma del fatto che tali messaggi, lungi dall’andar perduti, vengono raccolti direttamente dall’inconscio dell’ignaro spettatore.
Alla luce della potenziale pericolosità di tale pratica, è infatti vietato inserire messaggi subliminali nelle pellicole o nei programmi televisivi, anche al mero scopo di pubblicizzare un prodotto. Non è certo, però, fino a che punto tale divieto venga rispettato, dal momento che ogni tanto corre notizia di qualche denuncia in questo senso. Del resto non esistono antidoti contro tali forme di pirateria psicologica, se non la presenza di una solida intelaiatura, almeno sotto il profilo etico, dell’interiorità del destinatario del messaggio.
Ed è proprio per la tutela di questa solida intelaiatura che nasce questo lavoro, frutto della consapevolezza che le fondamenta etiche e psicologiche della personalità di un individuo si configurano fin dalla più tenera età e che, oggigiorno, data l’invasiva presenza dei mass-media nella nostra vita, sempre più la nostra mente, ma anche la nostra psiche, sono suscettibili di essere da questi ultimi plasmate o, comunque, influenzate.