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''Il vizio e la virtù sono per l'artista soggetto di un'arte'', proclamava Oscar Wilde nella prefazione alla sua opera più nota, ''Il ritratto di Dorian Gray''.
Quattro anni dopo il suo ''vizio'' è la causa di un processo infamante, di una condanna ai lavori forzati per due anni, dello scherno dei suoi molti nemici: è l'esperienza del dolore, del duro lavoro delle mani, della vergogna.
Un intenso travaglio spirituale porta lo scrittore, dalla tentazione del suicidio per sfuggire all'umiliazione, al riconoscimento della propria colpa e al bisogno di redimersi.
Il ''De Profundis'' documenta questo drammatico percorso consegnandoci un ritratto (questa volta di Oscar Wilde) vivo e vero, e per questo ancor più convincente sul piano dell'arte.
Scritto da giorgio il 02/02/2022